Il club degli incorreggibili ottimisti
  • 9788862562102
  • Salani
  • 2010

Il club degli incorreggibili ottimisti

di Guenassia Jean-Michel

Parigi, 1959. Sono anni vertiginosi: la Seconda guerra mondiale è finita da troppo poco tempo per essere Storia, la guerra d'Algeria segna le vite dei francesi d'oltremare. Michel Marini, undici anni, figlio di immigrati italiani, esce dall'infanzia e si affaccia a un'adolescenza inquieta e piena di emozioni. Vagabonda per il quartiere, si ritrova con gli amici a giocare a calcio balilla; un giorno entra in un bistrò, il Balto. E attratto da una stanza sul retro dove si ritrova un gruppo di uomini, che parlano un francese a volte approssimativo e portano dentro di sé storie e passioni sconosciute. Sono profughi dei Paesi dell'Est, uomini traditi dalla Storia, ma visionari che ancora credono nel comunismo. Incorreggibili ottimisti. Frequentare il Balto vuol dire scoprire il mondo. Michel cresce con Igor, Leonid, Imre, Pavel, Tibor, Sasa; impara a conoscere l'amicizia, l'amore, la complessità degli ideali. Nel retro di un bistrò si litiga, si beve, si gioca a scacchi, si raccontano barzellette su Stalin, si offre se stessi e le proprie storie, storie terribili di esilio che si intrecciano sullo sfondo di un decennio epocale, tra filosofia e rock'n'roll, Sartre e Kessel, la conquista dello spazio e l'inizio della Guerra fredda. Fonte http://www.ibs.it/code/9788862562102/guenassia-jean-michel/club-degli-incorreggibili.html


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Commenti (2)

24/01/2013 - sofia
utente
Ci sono dei libri che , una volta finiti, ti lasciano orfano. Vivi talmente la storia dei protagonisti che questi diventano talmente famigliari che ti sembra di averli conosciuti veramente. A me è successo con Il club degli incorreggibili ottimisti di Guenassia Jean Michel.E' stato un fenomeno letterario in Francia dove ha venduto più di 200000 copie nel 2009 e pubblicato in Italia nel 2010, primo romanzo del sessantenne avvocato francese è ambientato negli anni ‘50, nella Francia che appena uscita in rovina dalla seconda guerra mondiale affronta il conflitto algerino.La voce narrante è Michel, tredicenne appassionato di lettura che impara a conoscere il mondo in un fumoso bistrò parigino, il Balto, in una saletta che sulla porta ha una scritta "club degli incorreggibili ottimisti".Qui si riunivano tra interminabili discussioni e partite a scacchi esuli in fuga dai Paesi dell’Est comunista e intellettuali come Sartre e Kessel. Le vicende personali di Michel tengono il filo a tante storie individuali dando respiro ad un grande romanzo che narra un'epoca di transizione.Tra i tavolini del Balto non si incrociano solo le vicende di profughi rumeni, ungheresi, russi, intellettuali e professionisti costretti ai mestieri più umili nella nuova patria francese. Da lì passa il respiro della grande storia, con il suo carico di tragedie, dittatura e deportazioni.Il vero protagonista del romanzo è l’esule russo Sasa, impiegato in un laboratorio fotografico e odiato dagli avventori del Balto. Sasa trasmette a Michel la passione per la fotografia e gli insegna splendide poesie che ricorda a memoria e che Michel racconta alla sua ragazza.E' un uomo carico di mistero che solo alla fine verrà rivelato dall'autore. Il club degli incorreggibili ottimisti è anche una storia sulla trasmissione della memoria: quella dei volti dei dissidenti, che nei regimi comunisti venivano cancellati dalle foto, o delle poesie proibite, imparate a memoria perché non andassero perdute."Tu saprai cosa fare per serbare il ricordo di quanti meritano di essere salvati dall’oblio. Soltanto la memoria è bella. Il resto è polvere e vento". Un segno di vita, oltre la censura e la morte, che accomuna tutti gli esuli del Balto, che, incorreggibili ottimisti, ancora sperano di poter cambiare il mondo. Come scrive più volte Guenassia: “Quello che per loro contava nella Terra promessa non era la terra. Era la promessa“.Ed alla fine anche noi come gli esiliati ci sentiamo orfani delle parole che ci ha trasmesso questo impareggiabile romanzo. Consigliatissimo!

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29/01/2013 - Gino
utente
Storia particolare e in alcuni tratti ridondante, attraverso gli occhi di Michel conosciamo pian piano un gruppo di profughi dell’Est in piena guerra fredda in quella Francia anni ‘50/60, prenderanno vita i loro dolori, tormenti, le loro gioie nascoste. “[…] Nella lettura c’è qualcosa di irrazionale. Prima ancora d’aver letto, s’indovina subito se un libro ci piacerà o meno. Si fiuta, si annusa il volume, ci si domanda se vale la pena di passare del tempo in usa compagnia. E’ l’alchimia invisibile dei segni tracciati su un foglio che s’imprimono nel nostro cervello. Un libro è un essere vivente. Una persona, al solo vederla, sapete già se diventerà vostra amica…”

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