Quella sera dorata
  • 9788845923739
  • Adelphi (Gli Adelphi n. 345)
  • Mar 01, 2009

Quella sera dorata

di Peter Cameron

«Peter Cameron ha scritto con Quella sera dorata un piccolo capolavoro di arte del romanzo: raffinatissimo nei meccanismi ma che si legge senza poterlo abbandonare un minuto, pieno di sottigliezze ma capace di raccontare senza indugi, lieve e appassionato ... Dietro Peter Cameron c’è la tradizione del romanzo di conversazione, ci sono echi della Compton-Burnett e di Isherwood e di Gerhardie; ma il parlato morbido, sinuoso, antimimetico e più vero del vero di Cameron è tutto suo; come suo è il gioco appena ironicamente teatrale nel quale lascia incrociare e dissolvere i fili della vicenda, la resa dei personaggi che sembra di poter toccare e sentire ottenuta con una economia di mezzi assoluta, l’arte di dire le pulsioni segrete senza affogarle nella retorica o nella frivolezza: Quella sera dorata è il piacere della letteratura allo stato puro, leggetelo, perché il piacere è cosa rara» (Giuseppe Montesano).


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Commenti (4)

12/06/2011 - Moraschi
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Il romanzo racconta la storia di Omar, che vuole scrivere una biografia di J. Gund, un autore sconosciuto morto suicida, per la quale ha già ottenuto un finanziamento dall’università. Gli eredi Gund, non lo autorizzano ed a questo punto la fidanzata Deidre , lo pressa fino a spedirlo in un posto sperduto in Uruguay perché convinca gli eredi ad affidargli l’incarico. All’inizio del romanzo si conosce il protagonista come un tipo mediocre e limitato, la fidanzata non fa che spronarlo e contestarlo, invece quando arriva in Uruguay scopriamo in lui pregi che prima erano nascosti: è schietto, sincero, leale ed è anche piacente. Nonostante l’autore non si soffermi nella descrizione dei personaggi, possiamo dedurre la loro personalità dalle loro conversazioni La trama in sé è piuttosto "misera” ma si legge per il gusto di leggere ed è raro trovare una scrittura così scorrevole. Il bello del romanzo sono i dialoghi che sono costruiti in modo brillante con umorismo e ironia.. Il finale lascia un po’ a desiderare …una conclusione da romanzo rosa. Cameron però è molto bravo nel farci riflettere, su vari aspetti della vita ed in particolare sulle relazioni, sulle motivazioni che ci inducono a restare con quella determinata persona, sulle ragioni per cui i sentimenti nascono o possono invece naufragare.

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27/08/2012 - Gino
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Protagonista è Omar Razaghi, studente del Kansas, che scrive una lettera a Caroline Gund, Arden Langdon e Adam Gund, esecutori testamentari della proprietà letteraria di Jules Gund, autore di un solo romanzo tradotto in molti paesi: ‘La gondola’, per chiedere loro l’autorizzazione a scriverne la biografia. L’assegno di ricerca è vincolante alla risposta che i testamentari gli daranno, ciò implica anche la sua riuscita accademica che se non potrà essere completata gli farà finire il suo cammino verso uno sperato successo. Il consenso gli verrà negato dalla famiglia che pensa che non trarranno nessun beneficio da questa eventuale biografia autorizzata. La famiglia è una agglomerato atipico, in quanto nella stessa casa coesistono la moglie Coraline, e l’amante Arden e Porzia la figlia di quest’ultima con Jules Gund. Omar scoraggiato decide di rinunciare al dottorato, ma poi spinto dalla fidanzata Deirdre, che lo pensa sempre come un bambinone e una sorta di fallito, lo convince ad usare una parte dei soldi ricevuti dall’università per recarsi in Uruguay, precisamente nella villa di Ochos Rìos dove vivono le tre belle fanciulle per cercare di convincere a farsi dare l’autorizzazione. L’arrivo di Omar, sconvolgerà l’equilibrio che in casa si era creato creando disordine e scompiglio con il rapporto che le due pseudo avversarie hanno, e con Adam che vive in un mulino non tanto distante con il suo compagno Pete. E un viaggio che cambierà Omar, Cameron riesce seppur nella staticità della storia che non racconta poi molto a farci entrare nella vita dei personaggi: come Jules la pittrice che non crede più di aver ispirazione e diviene ritrattista, l’amant, la dolce Porzia, Deirdre intanto riuscirà a raggiungere i suoi obbiettivi e Omar resterà imbrigliato in quello paesaggio esotico e faunistico, leggiadro e sconsolato, volitivo e ombreggiante, speranzoso e quasi irreale, e in Arden la dolce fanciulla d’altri tempi meno voltabandiera della premurosita che attua falsamente Deirdre. Anche se mi è piaciuto meno di “Un giorno questo dolore ti sarà utile” penso che sia un autore speciale, e assolutamente da seguire in tutte le sue pubblicazioni. Booktrailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=D9XMJcL5vIM “-Perché eri felice? -Non me lo ricordo. Chi lo sa? Basta il ricordo, della felicità.” “<<Senti,>> disse Deirde << io ti amo, lo sai che ti amo. Anzi, ti dico queste cose proprio perché ti amo>>. <<Non sembra amore, sembra rabbia>>. <<Certo che sembra rabbia! E’ rabbia! Sono arrabbiata, Omar, ma questo non esclude l’amore. Le due cose possono coesistere, sai. Sono capace di provare diverse emozioni allo stesso tempo. Sono una persona complessa. La vita è complessa. L’amore è complesso. Non è semplice. Non sono compartimenti stagni>>.” “<<Una volta ne avevo anch'io di charme» disse Adam. «Per quanto possa sembrare strano. Ma lo charme si guasta con l'età come il formaggio - o la bellezza. Almeno, per me è stato così. Alcuni riescono a conservare l'uno o l'altra, o raramente entrambi. Ma a che prezzo: sacrifici, privazioni, astinenze. Ed è un tantino patetico finire vecchi, belli e charmant: è indice di spreco, o quanto meno di un uso indebito delle risorse. Io, invece, le ho esaurite in modo appropriatissimo. Lo charme e la bellezza sono preziosi da giovani; da vecchi, c'è ben poco che possano comprare. Per questo non m'importa d'essere vecchio e brutto: mi sembra congruo. >>” “<<A volte mi sembra che la terra non voglia che le cose durino, ma voglia che tutto crolli e che noi tutti che ne andiamo via. Che voglia tornare al principio, al giardino con i frutti e gli animali, prima che Dio diventasse ambizioso e rovinasse tutto. Avrebbe dovuto riposare al sesto giorno, non al settimo. >>”

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30/01/2013 - sofia
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Il titolo originale di Quella sera dorata di Peter Cameron è The city of your final destination e come spesso mi succede mi sono chiesta la ragione di questo titolo che è si poetico, ma che non riflette l'essenza della storia che viene narrata.L'autore che ho apprezzato ne Un giorno questo dolore ti sarà utile qui riesce a descriverci i personaggi scavando nella loro psiche e nelle loro problematiche. Il protagonista è Omar Razaghi,studente del Kansas con origini iraniane. Scrive una lettera scrive a Caroline Gund, Arden Langdon e Adam Gund, esecutori testamentari della proprietà letteraria di Jules Gund, autore di un solo romanzo tradotto in molti paesi: ‘La gondola’, per chiedere loro l’autorizzazione a scriverne la biografia. La sua carriera universitaria dipende da questa biografia e l'assegno di ricerca, che comprende anche i fondi per la pubblicazione, è vincolato al consenso degli eredi.Le due donne negano il consenso e spinto dalla fidanzata Deirdre,che l’ha sempre sminuito e guidato come un bambino a cui si deve insegnare la vita, lo convince ad andarsi a prendere quello che vuole, a spendere parte della borsa di studio per recarsi in Uruguay, dove vivono i tre, per provare a convincerli a farsi concedere l’autorizzazione.Il suo arrivo a Ochos Rìos dove vivono sotto lo stesso tetto Caroline la moglie del defunto scrittore e l'amante Arden con la figlia Porzia,sconvolgerà i precari equilibri delle due donne. Il fratello di Jules Gund vive poco lontano in un vecchio mulino riadattato con il suo amante Pete.Per Omar sarà un'incredibile esperienza che gli cambierà la vita. I personaggi sono descritti attraverso i dialoghi in cui traspare la dinamica di questa convivenza.Omar non è un vincente come la sua ragazza, che arriverà a insegnare nei più prestigiosi college americani. Omar assorbe le sensazioni che gli arrivano dalle atmosfere dell’Uruguay, dal caldo soffocante, dal sole che abbronza la pelle, dagli occhi di Arden, dall’amore che Adam prova per il suo compagno Pete che dalla sua non riesce a lasciarlo, dalla reticenza di Caroline che vive rinchiusa nella torre a dipingere quadri d’altri, perché da molti anni ha smesso di credere nelle proprie qualità di pittrice.La storia si intreccia con le sensazioni di Omar che vedrà cambiare il senso della sua vita dove Deirdre non sarà compresa.Un bel romanzo dalle atmosfere ottocentesche con i giochi sottili dei personaggi che si rapportano a Omar con sottile ironia. Una lettura che mi ha coinvolto anche se a volte rallentata dalla vita inconcludente dei personaggi. Consiglio la lettura!

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14/07/2017 - Tesesempreastroz
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*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) *** mi ha ricordato "il profumo del mosto selvatico" non sò perchè, ne faranno sicuramente un film che spero sappia rendere bene il paesaggio, la sensazione di caldo e bruciato che il libro mi ha trasmesso così bene. la storia in sè non è particolarmente originale e l'happy end non aiuta, diciamoci la verità. però si lascia leggere è fatto per lo più di dialoghi e buoni sentimenti

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