"Ho voluto raccontare la storia di un grande amore e di grandi sacrifici, del trionfo del coraggio sulla tragedia, e dell’oscurità che ha avvolto la Russia per gran parte del ventesimo secolo. Il Cavaliere d’Inverno parla di speranza: perchè anche nei momenti più terribili è possibile una vita migliore, e nemmeno un’ideologia schiacciante può distruggere l’amore." Così dice del libro “Il cavaliere d’inverno” primo di una trilogia che sono venuto a conoscenza a posteriori. Siamo nel 1941 a Leningrado nel giorno in cui Hitler dichiara guerra a Stalin. Protagoniste sono le due sorelle Tatiana e Dasha Metanova che vivono in un’unica stanza con genitori e nonni. L’arrivo di Hitler ha portato inevitabilmente scompiglio e incertezza che sarà accantonata nell’incontro d’amore. “Era un giorno perfetto. Per cinque minuti non ci fu nessuna guerra, in quella magnifica domenica di giugno a Leningrado. Alzando gli occhi dal gelato, vide un soldato che la fissava dall’altro lato della strada. Non era una presenza insolita a Leningrado, dove era di stanza una guarnigione. La città era piena di soldati. Vederli per strada era come vedere anziane signore con le borse della spesa, o gente che faceva la fila, o birrerie. Normalmente Tatiana si sarebbe limitata a dargli una rapida occhiata, ma quel soldato la fissava con un’espressione che non aveva mai visto prima. Smise per un attimo di mangiare il gelato. Il suo lato della strada era già immerso nell’ombra, mentre quello dove si trovava lui galleggiava nella luce del pomeriggio. Lei lo fissò e nell’attimo in cui guardò il suo viso, sentì qualcosa muoversi dentro di lei; muoversi, le sarebbe piaciuto dire, impercettibilmente, ma non era vero. Era come se il cuore pompasse sangue il doppio del normale, inondando tutto il corpo. Battè le palpebre e il respiro si accelerò. L’immagine del soldato si sciolse sul marciapiede sotto il sole giallo pallido. “ L’innamorato è un soldato dell’Armata rossa, Alexander Belov che saranno e daranno la prova che l’amore può resistere a tutto, alle tempeste, alle guerre, ai malumori, alla fame, in fondo se sì è uniti le difficoltà sembrano vane, delicato, poetico, a volta se vogliamo anche banale, da leggere!
“Soldato, lascia che ti accarezzi il viso e baci le tue labbra, lasciami urlare attraverso i mari e sussurrare attraverso i prati ghiacciati della Russia quello che sento per te... Luga, Ladoga, Leningrado, Lazarevo...Alexander, un tempo ora mi hai portata, e ora io porto te. Nella mia eternità, ora io porto te. Attraverso la Finlandia, attraverso la Svezia, fino in America con le mani tese, mi ergerò e mi farò avanti, destriero nero che galoppa senza cavaliere nella notte. Il tuo cuore, il tuo fucile, mi conforteranno, saranno la mia culla, la mia tomba.Lazarevo stilla il tuo essere nel mio cuore, goccia d'alba al chiaro di luna, goccia del fiume Kama. Quando mi cerchi, cercami là, perché là sarò tutti i giorni della mia vita.”
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