In uno scenario che si apre con i ripetuti tentativi di un re per ingravidare la consorte e che si chiude con l'odore acre di un auto-da-fé, si inscrive la vicenda di questo romanzo prodigioso, denso e spiraliforme, che affresca coralmente la storia di fare la Storia. In un paese dominato dall'Inquisizione e percorso da processioni funeree, incrociano i loro destini personaggi opposti e complementari: Giovanni V re di Portogallo; padre Bartolomeu Lourenço de Gusmão, che mescola scienza e misticismo nel progetto di vincere la gravità con una macchina per volare, Baltasar Mateus il Sette-Soli, ex soldato mondo di una mano, e l'ingenua Blimunda, giovane dotata di poteri occulti che a lui si lega di tenacissimo amora; il musicista Domenico Scarlatti. L'utopia e la morte, il riso e la tragedia si coniugano in una narrazione di grande talento che adopera i registri dell'oratorio sacro, del picaresco, dell'opera comica e della commedia dell'arte per evocare contagiosamente l'epopea del convento di Mafra: immane costruzione voluta da un monarca in cambio della grazia ricevuta per la nascita dell'erede. Un umore corrosivo di sapore illuministico e la sapienza di un impianto narrativo fortemente novecentesco, che deve gran parte del suo fascino proprio al dichiarare il suo procedimento, fanno la forza trascinante dell'arte di José Saramago.