Un titolo che subito lascia perplessi in quanto noi associamo Istanbul e la Turchia con la religione mussulmana che naturalmente non dà spazio alle donne.La bastarda di Istanbul di Elif Shafak narra invece di una famiglia composta da sole donne tutte emancipate anche se in modo diverso.Il libro inizia con una giovane donna in minigonna e tacchi a spillo che si reca in una clinica per abortire. Non si farà nulla e nasce così Asya, una delle due protagoniste principali del romanzo. L’altra protagonista è una bimba in Arizona, figlia di madre americana e padre armeno che si sono appena separati. La bimba si chiama Armanoush Tchakhmakhchian (un cognome volutamente quasi impronunciabile) e sua madre, per vendicarsi della famiglia invadente dell’ex marito, non trova niente di meglio da fare che sposare in seconde nozze un turco.due famiglie quindi una armena in America e una turca a Istanbul.Per le donne Kazanci, poi, la diversità assume anche un altro significato: una zia porta il velo, la madre di Asya sfoggia una massa di ricci ribelli, un’altra zia cambia di continuo acconciatura e colore dei capelli; una è insegnante, una predice il futuro, una fa tatuaggi…tutto è possibile a Istanbul, la religione non impone regole ferree. Armanoush e Asya diventeranno amiche e inseparabili e per .Armanoush recarsi ad Istanbul sarà una sorpresa sulle sue origini armene. Il tono scanzonato del romanzo in realtà tocca un tema che in Turchia è vietato nominare: il genocidio degli armeni per questo il romanzo sarà condannato. Ma ai morti sarà dato pace solo ricordando come sono finiti per questo il romanzo è coraggioso e merita un attenta lettura.Consiglio!