“Le lacrime cadevano rumorosamente una dopo l’altra nella pozza di luce bianca della luna, e vi si mescolavano come se in origine fossero venute di lì. Cadendo,brillavano nei raggi lunari, come cristalli meravigliosi. A un certo punto mi sono accorta che anche la mia ombra stava piangendo. L’ombra delle lacrime era nitidissima. Hai mai visto l’ombra delle lacrime,signor uccello-giraviti?”L'ucello che girava le viti del mondo-Haruki Murakami Libro immenso con talmente tante pagine che spaventa prenderlo in mano me che per gli amanti di Murakami si legge in modo appassionato. Onirico, come molti dei libri di questo autore che mi affascina da un bel pò. Come Nel segno della pecora il protagonista, il trentenne Toru Okada,è sposato ed ha fatto la scelta di licenziarsi dal lavoro e non sa quale sarà il suo futuro.E' sposato con Kumiko che lavora presso una casa editrice. Toru riceve una strana telefonata da una donna che sembra conoscerlo molto bene. La scomparsa del gatto lo porterà a vagare per il quartiere alla sua ricerca e la successiva scomparsa della moglie lo porterà in situazioni imprevedibili e altamente improbabili.Come sempre per chi conosce Murakami nei suoi libri c'è un significato che molto spesso sfugge a chi legge eppure riesce a tenerti incollato alle pagine.Il titolo si riferisce al nome che il protagonista dà a un uccello di cui sente il verso, e che immagina avere la funzione di stringere le viti del mondo, e che si ripresenterà in seguito in alcune delle storie che vengono raccontate. Il soprannome di Toru nel romanzo è Uccello-giraviti.Romanzo scorrevole a tratti noioso in altri soprattutto nella parte in cui c'è la descrizione della guerra che però ad alcuni è piaciuta molto. L'ho trovato un libro un pò cervellotico complicato da storie e personaggi che si intrecciano e con un finale che mi è sembrato banale e poco chiaro. Per me non il migliore di Murakami, ma alla fine sono stata contenta di averlo letto.Consiglio a chi ha già letto l'autore a chi non lo ha mai letto consiglio di non iniziare da questo... “Qualcuno chiamava qualcuno. Qualcuno cercava qualcuno. Una voce che non si faceva voce. Parole che non si facevano parole."