Faccio una premessa: la Modignani non è un autrice tra le mie preferite. Ho provato a leggere diversi suoi romanzi, ma dopo pochi capitoli chiudevo i libri e li accantonavo...Non facevano per me. Ma questo breve romanzo mi ha deliziato! Racconta la sua infanzia e lo fa con maestria e tanta ironia; non ho fatto altro che sorridere ad ogni pagina o a ridere con gusto soffermandomi agli episodi che descriveva così bene e a cui mi sembrava di assistere di persona. Fortunatamente, avendo una mamma che ha abitato per molto tempo a Milano e che ogni tanto mi parlava in dialetto milanese, sono riuscita a decifrare bene i dialoghi che ogni tanto l'autrice infilava tra una battuta e l'altra. Sembrava di vederla questa bambinetta, un pò riservata, curiosa e desiderosa di affetto, cresciuta in gran parte dalla nonna e con una mamma un pò freddina osservare gli adulti in quel loro mondo dove ad un bambino non era dato affacciarsi e alle prese con la guerra e la penuria di cibo di quei tristi momenti. Mi è dispiaciuto moltissimo chiuderlo, è finito troppo in fretta accidenti! Era così bello leggere le giornate di Sveva alle prese con un fritto di cervella duro da ingoiare e la voglia di indossare il vestitino con le farfalle cucito dalla sua mamma. E' un libro tutto da gustare, con tutti i sensi, inclusi quelli del palato che la fanno da padrone, perchè sia nella storia che nella parte finale ci sono sempre riferimenti al cibo e le ricette che include il romanzo, sono da provare, una bellissima rievocazione di quei momenti dove anche un semplice uovo con un bicchiere di Barbera costituivano, come si direbbe oggi, un 'comfort food'!!!