"La nonna disse chi ti risarcisce di quello che ti hanno rubato? Avevamo uliveti e amici. Avevamo una storia." "Suo padre diveva che Angelina era rimasta un'esule. Una persona che aspetta di ripartire." Con la sua scrittura asciutta, diretta ed essenziale Margarat Mazzantini ci racconta di tutte quelle persone che vengono strappate alla vita di tutti i giorni, alle loro tradizioni e cultura perchè nel loro paese il "dittatore" di turno fa scoppiare una guerra e ben presto si vedono costretti a fuggire per cercare un mondo migliore che li accolga. Ci racconta del dolore che provano, del non sentirsi più parte di una realtà, di un mondo, si sentono incompleti, vivono di ricordi e di profumi che ormai non ritroveranno più, soffrono e vivono sospesi a quell'attimo in cui tutto è andato perso, il mondo per loro si è fermato al giorno della loro fuga. Sperano di trovare pace e un po' di fortuna nel paese che li accoglierà, per poter un giorno rivedere la loro terra nella quale cercheranno ciò che hanno lasciato, ma non sarà così il tempo passa e tutto cambia sia i luoghi che le persone. Purtroppo c'è anche chi non raggiungerà mai la terra della speranza e che soccomberà in quel mare nero, così grande, immenso che è bello per chi lo vede per la prima volta, ma che sa essere così impetuoso, violento e crudele da divorarti in un attimo, soprattutto se affrontato con barconi di fortuna, vecchi e sfasciati. Un libro che affronta un tema attualissimo visto ciò che accade ogni giorno a Lampedusa, che ci porta a riflettere e che mi ha fatto provare dolore, tristezza e angoscia. "Angelina sa cosa vuol dire ricominciare. Voltarsi e non vedere più niente, solo mare. Le tue radici inghiottite dal mare, senza alcuna ragione accettabile. Angelina ha imparato a convivere con l'irragionevolezza umana. La sola immagine di quel dittatore (Gheddafi) col turbante e gli occhiali da sole la rendeva aliena, strana."