Incipit "Alekséj Fedorovic Karamàzov era il terzo figlio di un possidente del nostro distretto, Fedor Pàvlovic Karamàzov, assai noto ai suoi tempi (e ancor oggi da noi indimenticato) per una fine tragica e oscura verificatasi proprio tredici anni fa e di cui riferirò a tempo debito. Per ora, invece, di questo proprietario (come da noi lo si chiamava, benché per tutta la vita non avesse quasi mai vissuto nella sua proprietà) dirò che era un tipo strano, come se ne incontrano alquanto spesso: non solo il tipo d'uomo abietto e dissoluto, ma anche dissennato; di quei dissennati, però, che sanno sbrigarsela brillantemente nei loro affarucci, ma a quanto sembra soltanto in questi. Fedor Pàvlovic, per esempio, aveva cominciato quasi dal nulla; era un piccolissimo possidente che correva a pranzare alle tavole altrui, si arrangiava da parassita, seppure, al momento della fine, risultò che aveva ben centomila rubli in denaro contante. Per tutta la sua vita era stato uno degli individui più balzani dell'intero distretto. E ribadisco: qui non si tratta di stupidità – la gran parte di questi balordi è piuttosto intelligente e scaltra – ma proprio di dissennatezza si tratta, e per di più di una dissennatezza particolare, nazionale. (Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, traduzione di Nadia Cicognini e Paola Cotta, Mondadori, 1994.) E' l'ultimo romanzo di Dostoeskij ed anche il suo capolavoro.Uno dei protagonisti è Fedor Karamazov, un uomo dissoluto e violento, ha quattro figli Dimitrij, violento e passionale, ma anche generoso; Ivàn, raffinato intellettuale ateo, incapace di accettare le incongruenze del mondo; Alësa, illuminato dalla fede e dall’amore per il prossimo, novizio nel convento di padre Zosima; Smerdjakov, illegittimo ed epilettico, tenuto in una condizione di servo che alimenta l'odio verso il padre e i fratelli. E poi ci sono i personaggi femminili come Grusenka, bellissima usuraia pronta a concedersi per denaro, suscita una sfrenata passione nel vecchio Fedor e in Dimitrij accentuando il loro conflitto e Katerìna Ivànovna anch'essa passionale e orgogliosa, ma tuute e due le figure sono sottomesse a una forza più grande di loro: forse il destino oppure l’ineluttabile “spirito karamazoviano”.Tuttavia le figure più toccanti sono quelle dei bambini: Iljùša e la sua famiglia simbolo di un’umanità derelitta e il piccolo Kòlja: un personaggio marginale ma forse il più solare e incisivo.Piùche un romanzo assomiglia ad una tragedia dove gli avvenimenti si svolgono in sottili spirali.Fedor Karamazov viene trovato morto e chiunque dei suoi figli ad eccezione di Alësa potrebbero aver voluto la sua morte, ma viene accusato Dimitrij che più volte si era augurato la morte del padre. Verrà condannato, anche se il vero assassino sarà invece Smerdjakov che però uccidendosi negherà giustizia al fratello. Un romanzo "colosso" con vincitori e vinti, con innocenti che pagano la colpa di altri nello stile tipico dell'autore. Un grande romanzo che consiglio a tutti di leggere.