«Quello che vince la guerra non è necessariamente il vincitore. Molti hanno conquistato la corona ma hanno perso talmente tanti uomini da riuscire a dare l’impressione di governare sul nemico vinto soltanto in apparenza. Quando si tratta di potere, le donne non sono vanitose come gli uomini. La donna non ha bisogno di un potere visibile, vuole solo un potere che possa farle ottenere ciò che vuole. Sicurezza. Cibo. Piacere. Rvincita. Libertà. La donna è una persona dal potere razionale, pianificato, che pensa oltre la battaglia, oltre la festa della vittoria. E siccome ha la capacità innata di vedere le debolezze delle vittime, sa istintivamente quando e dove colpire. E quando deve lasciar perdere. E questo un uomo non può impararlo». Questo è l’incipit di “Nemesi” secondo libro della saga di Harry Hole conseguente a “Il pettirosso”. In questo libro una vecchia fiamma del commissario si ripresenta nella sua vita, Anna, poi rinvenuta morta suicida nel proprio letto, con un colpo di pistola. Un vuoto di memoria, una mail non ufficiale per svolgere indagini e fare luce sull’accaduto, una rapina nella banca di Oslo con la morte di una donna, questi sono un po’ gli eventi cardini del libro, che come sempre si preannuncia burrascoso e complicato. Ho fatto molta fatica a seguire, mi è piaciuto molto il soffermarsi sulle origini zingare di Anna, e il messaggio sotteso del titolo. Nemesi (Nέμεσις, Nèmesis) è una figura della mitologia greca, secondo alcuni figlia di Zeus, secondo altri figlia di Oceano e Notte e poi posseduta dallo stesso Zeus nel tempio di Ramnunte, dal quale nacque l'uovo di Elena (o trovato e allevato dalla dea Leda). Il nome deriva dal greco νέμεσις (nèmesis), νέμω (nèmo, "distribuire"), dalla radice indoeuropea nem-; in Mitologia greca, e fu il nome della dea "distribuzione della giustizia" (la giustizia intesa come codice giuridico era invece attribuita alla dea Diche). Nemesi provvedeva soprattutto a metter giustizia ai delitti irrisolti o impuniti, distribuendo e irrorando gioia o dolore a seconda di quanto era giusto, perseguitando soprattutto i malvagi e gli ingrati alla sorte. Nemesi significa distribuzione del fato, intesa come giustizia compensatrice o riparatrice, o interpretata anche come giustizia divina. ““Se vogliamo vedere le cose come realmente sono, dobbiamo farlo con uno specchio. In quel caso scopriamo persone totalmente diverse”.