Il signore delle mosche)
Letteratura italiana

Il signore delle mosche, recensito da Gino

Un aereo con a bordo un gruppo di ragazzi inglesi di età compresa fra i cinque e i dodici anni si schianta su di un'isola deserta. Sopravvivono alcuni ragazzi che si mettono subito all'opera per organizzarsi una società civile: un oscuro male si insinua tra i ragazzi mietendo ben presto le sue vittime e sfasciando completamente ogni tentativo di organizzazione . Il male oscuro, che mette in luce gli istinti peggiori dei ragazzi, rappresentato dal “Signore delle mosche”, porterà ben presto a una divisione del gruppo e sfocerà in una guerra furibonda fra i due gruppi, uno composto da quelli che vogliono tenere acceso un fuoco per fare segnalazioni ed essere salvati e l'altro composto da quei ragazzi che hanno ceduto alla loro violenza che danno sfogo ai propri desideri sanguinari. Lo scontro fra i due poli della mente umana, la razionalità dell'uomo moderno e la brutalità e la bestialità degli istinti primordiali, è terribile e viene presentato dall'autore come una insormontabile barriera alla civiltà. Il finale che non sto qui a dire mi ha infastidito, però il romanzo lascia spazio molto alla riflessione. L’uomo se lasciato libero da ogni vincolo fin dove può spingersi? Mi sembra molto attuale il romanzo, e impersonifica quella gente che appena non è più controllata è pronta a pugnalarti, a fare tutto ciò che gli era stato proibito o ancora più penoso, al semplice gettare una carta o un oggetto in strada quando sì è convinti che nessuno ci vede. “Avevamo cominciato bene, eravamo felici. E poi. [...] Poi la gente ha cominciato ad aver paura.”

Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.

Di questo autore

1992
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Il signore delle mosche

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24/04/2002
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1/1/1992
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