Non lasciarmi, recensito da Gino

Siamo nella campagna inglese, in compagnia di Kathy, Tommy e Ruth, tre alunni di Hailsham che si trovano in un collego, dove tutto sembra come non è in realtà. Dei tutori monitorano la loro educazione, impartendogli lezioni di letteratura, storia, arte, così da stimolare il loro estro creativo che poi forse verrà premiato dalla figura di “Madame” che sceglie i lavori più belli che vengono messi nella sua galleria. Questo trio di amici nel tempo si rafforzerà sempre più, e mentre Kathy e Tommy diventano amici, Ruth diventerà la sua ufficiale fidanzata. A sedici anni tutto cambia, i tre ragazzi lasciano Hailsham per completare gli studi, per andare in dei “Cottages” per diventare prima “assistenti” e poi “donatori”. Perché questo percorso iniziatico? Cosa saranno stati creati a fare? Devono seguire un disegno ben preciso? Loro potranno vivere una vita normale come tutti gli altri? Vivere d’emozioni, d’amore, delusioni, provare assoluta ‘libertà’? Con gli anni le speranze diventano meno e i rapporti diventano più tesi, come corde di violino che toccate tralasciano un tintinnio che si profuga nel tempo. Kathy prenderà un’altra strada, che poi si rivelerà forte e crudele, redini di fili taglienti e irreversibili. Il destino è beffardo, e Kathy ne avrà la prova sulle sue stesse mani, Tommy un’entità attaccata e senza controllo, non indipendente, dipendente da una fiamma che a poco poco dopo continue esportazioni fisiche e mentali troverà una pace superiore, dove gli amori non sono dettati solo da incontri fisici fugaci ma da parole e dimostranze a se stanti. Frutto di un esperimento sadico è il collegio di Hailsham, che vuol dimostrare che anche altri corpi seppur uguali, definiti comunemente ‘cloni’ hanno un’anima e possono provare emozioni. Un romanzo meraviglioso sul quanto la scienza può spingersi e oltraggiare il confine del ‘giusto’. Dal film “Tutti completiamo un ciclo, forse nessuno ha compreso veramente la propria vita, ne sente di aver vissuto abbastanza.” Trailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=T92u4y1aO6g “Così rimani in attesa, anche se non sai esattamente di cosa, in attesa del momento in cui comprenderai che sei davvero diversa da loro; che là fuori ci sono persone, come Madame, che non ti odiano o ti augurano alcun male, ma che tuttavia rabbrividiscono al solo pensiero di una come te - di come sei venuta al mondo e perché - e che sono terrorizzate all'idea che la tua mano sfiori la loro. La prima volta che cogli l'immagine di te attraverso gli occhi di una persona simile, è una sensazione tremenda. E come passare davanti a uno specchio davanti al quale sei passata ogni giorno della tua vita, e che all'improvviso riflette qualcos'altro, qualcosa di strano e inquietante.” “[...] la consapevolezza che qualunque cosa ci fossimo raccontate in quei momenti, sarebbe stata trattata con rispetto assoluto: che avremmo onorato la sacralità di quelle confidenze, e per quanto avessimo potuto litigare, non le avremmo mai usate l'una contro l'altra.” “Poi c'erano quelle domande sul perché volessimo rintracciare i nostri prototipi. Una delle idee più brillanti al riguardo era che quando trovavi il tuo modello, potevi avere una visione del futuro. Non intendo dire che pensassimo seriamente che se, per esempio, questi risultava essere un operaio delle ferrovie, era ciò che saremmo diventati. Capivamo che non era così semplice. Tuttavia, ognuno di noi, più o meno intensamente, riteneva che quando si incontrava la persona da cui si era stati copiati, era possibile percepire qualcosa di ciò che si era veramente e, forse, intravedere qualcosa di ciò che la vita teneva in serbo per noi. Qualcuno pensava fosse stupido dare tanta importanza ai possibili. I nostri modelli erano irrilevanti, una necessità tecnica per la nostra esistenza, niente di più. Dipendeva da ognuno di noi diventare quello che saremmo riusciti a diventare. [...] Ad ogni modo, tutte le volte che sentivamo parlare di un possibile - per chiunque di noi - non potevamo fare a meno di provare curiosità.” “Ruth, sai penso che qualche volta, quando si sta con qualcuno, è difficile vedere le cose chiaramente, come forse avviene per chi non è direttamente coinvolto.” “- Mi rendo conto - disse Miss Emily - che può sembrare che voi non siete stati altro che delle semplici pedine. Si può anche osservare la cosa da questa angolatura. Però pensateci bene. Siete stati delle pedine fortunate. C'era un certo clima allora e adesso non c'è più. Dovete accettare il fatto che qualche volta è così che vanno le cose in questo mondo. Le opinioni della gente, i loro sentimenti, spirano in una direzione, poi in un'altra. E' capitato semplicemente che voi siate cresciuti in un particolare momento di questo processo. - Può anche essere stata una moda passeggera, - dissi. - Però per noi rappresenta la nostra vita.”

Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.

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