Finito di leggere “Fai bei sogni” di Gramellini. Parto con il dire che non è il Gramellini che preferisco ma da una storia personale non c’è molto da obbiettare, può trovare adorazione o dissenso totale. Trovo che l’autore in questa pubblicazione si sia un po’ tolto un peso, pulito, purificato dai vecchi fantasmi che gli facevano ombra nella sua vita. Perché si sa il miglior modo per sconfiggere l’ombra che è dietro la porta è parlarne, rendere pubblico, sfogarsi, tirare tutto fuori senza se e senza ma. Come quando si ha una discussione e si cerca di trattenere e somatizzare interiormente, la prima volta ti va bene, forse anche la seconda, ma alla terza erutti come un vulcano che sgorga con la sua lava distruggendo ogni cosa gli capiti a tiro. Ognuno di noi combatte con il suo Belfagor e anche l’autore finalmente ha vinto la sua battaglia senza orpelli ne lame. “Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere: completamente vivi.” “I morti rimpiccoliscono e i sopravissuti incattiviscono, come innamorati respinti. Sono offesi con il mondo che non soffre quanto loro.” “Ogni relazione ha una tonalità principale e la nostra si era fissata per sempre su un prato dell’infanzia.” “L’ultima immagine che aveva della mamma era la sua testa china sopra di me, mentre fuori scendeva la neve.” “Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più.” “I se sono i marchi dei falliti!Nella vita si diventa grande nonostante.” “I mostri del cuore si alimentano con l’inazione. Non sono le sconfitte a ingrandirli, ma le rinunce.” “Ancora una volta mi ero illuso che la vita fosse una storia a lieto fine, mentre era soltanto un palloncino gonfiato dai miei sogni e destinato a esplodermi sempre fra le mani.”