Abbandonato momentaneamente il thriller, Carrisi ci regala un libro che è una piccola favola della memoria. Come un moderno aedo ci porta in un’atmosfera fumosa, dove realtà storica, leggenda e fantasia si mischiano per dare vita ad una storia che potrà piacervi o no, ma che non potrete abbandonare a metà. Carrisi riesce a fare in modo che la sua narrazione sia penetrante, la curiosità stimolata, lasciando alla fine al lettore quella sensazione di stranezza, quella voglia che quanto narrato sia vero, pur sapendo che è solo una storia, la stessa cosa che capita ascoltando appunto una favola. Realtà storica, leggenda e fantasia abbiamo detto : la realtà è quella della vita di trincea della Grande Guerra. Merito dello scrittore è quello di aver reso con poche parole tutta l’atrocità, la violenza, il dolore, la paura e l’orrore della vita nelle trincee. La leggenda è quella di un uomo che pare sia stato visto fumare tranquillamente sul ponte del Titanic durante l’affondamento, un uomo che parrebbe però fosse morto due giorni prima della partenza del transatlantico. Il resto è frutto della fantasia : l’incontro tra due nemici in una grotta sul monte Fumo poco prima dell’ultimo assalto degli italiani, il loro raccontare una storia e trovarsi così uniti nel sentimento della narrazione, nel conforto dell’immaginazione, nella condivisione di una storia che cambierà la vita di colui che sopravviverà. Citando il libro dico “ Non fate come lo scettico spettatore che per mero orgoglio non ammette di essere stato affascinato”.