Dopo aver letto Il Suggeritore, che per me fin ora è stato il libro più bello mai letto, avevo un po' di remore per leggere questo, avevo paura di delusioni. Invece Carrisi non delude! Anche se è abbastanza diverso dal precedente. In questo suo secondo romanzo l'autore, ponendo al centro della trama l'organizzazione ecclesiastica dei penitenzieri, sembra seguire un po' le orme di Brown ma discostandosi nettamente dall'esoterico (anzi mi pare di aver scorto una velata critica proprio sull'argomento). La trama è ricca, proprio come nel primo romanzo, vi sono davvero tante vicende che con maestria riescono a convergere in un unico punto. I colpi di scena sono un po' più prevedibili (si riescono ad anticipare di qualche pagina) ma sicuramente architettati davvero bene. Il male è sempre il tema dominante ma questa volta ci si concentra sulla sua origine: quanto incide il nostro percorso di vita a formare la nostra identità sia essa "buona" o "malvagia"?