Un libro che mi ha fatto riflettere sul dolore. La prima "fatica" letteraria di Alessandro D'Avenia, un prof. alla Keating (l'attimo fuggente), così lo definiscono; io lo vedo più alla maniera de Il piccolo principe. A parte ciò, questo è un libro sull'adolescenza, su quei ragazzi che non amano la scuola, in particolare su Leo, un ragazzo che ama le cose che amano tutte quelle cose che amano i ragazzi di una certa età (16anni), va a liceo tanto per andarci, per perdere tempo. Ma, un giorno arriva un supplente, giovane, che pian piano farà scoprire un altra faccia della scuola, insegnandogli la "vita". Leo scoprirà ben presto che la vita è dolore e sofferenza ma da ciò imparerà a confrontarsi e a conviverecon le cose brutte della vita e a traformarle in esperienze. "Una volta ho letto in un libro che l'amore non esiste per renderci felici, ma per dimostrarci quanto sia forte la nostra capacità di sopportre il dolore" Ma io sono scappato! Io che dovrei essere capace di morire per lei pur di farla guarire!" Ti sbagli, Leo, la maturità non si vede nel voler morire per una nobile causa, ma nel voler vivere umimelmente per essa. Rendila felice."