Luttazzi è un battutista di grande effetto e la sua lingua spesso ferisce più della spada. O , almeno in questo caso, più dei suoi scritti. "Infinite Reich" è una scommessa ambiziosa, forse troppo, una rielaborazione del romanzo enciclopedico "Infinite Jest", già di per sé difficilmente leggibile se non sotto stupefacenti. Il libro di Luttazzi si presta volutamente a più piani di lettura, in cui ci sono più voci, più personaggi che danno vita a quelle pagine intrise di nazismo sottilmente vilipeso dall'autore. Però non fa ridere. E se non fa ridere significa che non è un romanzo umoristico. Alcuni diranno che si tratta di un romanzo sarcastico, carico di umorismo sottile, non sguaiato: sarà pure, però l'interesse per quello che si legge scompare dopo poche pagine, a meno di non essere fan sfegatati di Luttazzi.