Alla morte di Proust nel novembre 1922, “Le temps retrouvé”, ultimo volume della “Recherche”, esisteva solo in forma di manoscritto. L’edizione originale curata dal fratello di Marcel, Robert, e da Jean Paulhan fu stabilita su un dattiloscritto messo a punto dopo la morte dell’autore, e uscì il 17 settembre del 1927. Tutte le edizioni successive, lasciato da parte il dattiloscritto postumo, considerato troppo ‘normalizzato’ dai curatori, cercarono di rispettare il carattere d’incompiutezza anche nelle lacune e nelle contraddizioni dei cahiers proustiani dal numero 15 al numero 20, ma Proust aveva affermato che la struttura della sua opera corrispondeva ad un preciso piano architettonico, rigoroso benché velato.2Basta che un rumore, un odore, già sentito o respirato un’altra volta, lo siano di nuovo, a un tempo nel presente e nel passato, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, ed ecco che l’essenza permanente ed abitualmente nascosta delle cose è liberata, e il nostro vero io che (da molto tempo, a volte) sembrava morto, ma non lo era del tutto, si sveglia, si anima ricevendo il nutrimento celeste che gli viene offerto. Un istante affrancato dall’ordine del tempo. Ed è comprensibile che questi creda nella propria gioia, anche se non sembra logicamente possibile che il semplice sapore d’una madeleine contenga le ragioni di tale gioia, è comprensibile che la parola “morte” non abbia più senso per lui; situato fuori dal tempo, cosa mai potrebbe temere dal futuro?"(M. Proust, Il tempo ritrovato, in Alla ricerca del tempo perduto, Vol. IV, Mondadori, Milano 1993, pag. 550)Nel tempo ritrovato c'è la sintesi di tutta la Recherche, i ricordi, la consapevolezza che tutto sta finendo e che all'orizzonte si affaccia la morte.Sono partiti Charlus eSaint Loup da quel luogo dove non si ritorna. Chi resiste è invecchiato e anche Marcel avvisa la malattia che lo condurrà alla morte. Completare La recherche è stata una fatica per la dose di notizie letterarie pittoriche e musicali. Insieme agli amici che l'hanno completata con me non posso che complementarci a vicenda. Per me è un obiettivo raggiunto dopo parecchi anni e come disse Marcel: "Ogni lettore, quando legge, è il lettore di se stesso. L’opera è solo una sorta di strumento ottico che lo scrittore offre al lettore per consentirgli di scoprire ciò che forse, senza il libro, non avrebbe visto in se stesso. Il riconoscimento dentro di sé, da parte del lettore, di ciò che il libro dice, è la prova della sua verità [...]. Arduo consigliarlo bisogna essere consapevoli che questo non è un romanzo o meglio una serie di romanzi qui abbiamo percepito che la vita scorre e che prima di cadere il tempo dobbiamo ritrovarlo per analizzare nel nostro animo come abbiamo trascorso la vita.