L'autore Dostoevskij definì il racconto Le notti Bianche "romanzo sentimentale". scritto nel 1848 racconta di un giovane sognatore che cammina inquieto per le strade di Pietroburgo che si sta svuotando per la partenza di molti cittadini per le ferie ( vi ricorda qualcosa in questo periodo?)Il giovane, che racconta la vicenda in prima persona, si definisce lui stesso un sognatore, che vive isolato del tutto inadatto al rapporto con gli altri "..... solo, solo, del tutto solo....., quanto a vedere gente, ne vedo, tuttavia sono solo".Una sera ha un balzo di gioia gli succede "....la più imprevedibile delle avventure...) incontra una fanciulla in lacrime...Tra i due nasce un rapporto all'inizio di amicizia, poi di affetto. Nàstenka, questo è il nome della ragazza, gli confiderà che piange un amore perduto che l'aveva lasciata con la promessa di tornare e che non aveva più visto.Passeranno delle notti a confidarsi e lei gli promette che non si lasceranno mai.Invece succede la cosa che per Nàstenka sembrava impossibile il suo amore ritorna e lei abbandonerà alla sua solitudine il sognatore...Al di là della patetica e struggente storia d'amore narrata in questo racconto,notevole è il ritratto psicologico del protagonista-La solitudine così frequente anche al giorno d'oggi nelle grandi metropoli in cui la vita sociale è spesso rappresentata da fugaci e occasionali rapporti spesso futili e dove non c'è sicuramente posto per la fantasia e il sogno se non restando isolati dalla realtà.Bellissimo racconto che vi consiglio di leggere!