Il posto
  • 9788898038152
  • L'Orma
  • 2014

Il posto

di Annie Ernaux

La storia di un uomo - prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna - raccontata con precisione chirurgica, senza compatimenti né miserabilismi, dalla figlia scrittrice. La storia di una donna che si affranca con dolorosa tenerezza dalle proprie origini e scrive dei suoi genitori alla ricerca di un ormai impossibile linguaggio comune. Una scrittura tesissima, priva di cedimenti, di una raffinata semplicità capace di rendere ogni singola parola affilata come un coltello. Il posto è un romanzo autobiografico che riesce, quasi miracolosamente, nell'intento più ambizioso e nobile della letteratura: quello di far assurgere l'esperienza individuale a una dimensione universale, che parla a tutti noi di tutti noi. Fonte http://www.ibs.it/code/9788898038152/ernaux-annie/posto.html


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Commenti (2)

10/08/2016 - sofia
utente
ERNAUX ANNIE (Lillebonne, Seine-Maritime, 1940) scrittrice francese. Di famiglia operaia, ha vissuto fino all’adolescenza in Normandia, mantenendo in seguito un forte legame con l’ambiente sociale d’origine e le tematiche della differenza di classe. Ha esordito con il romanzo Gli armadi vuoti (Les Armoires vides, 1974), nella tradizione del realismo sociale, cui è seguito Il posto (La place, 1984), ricostruzione del proprio ambiente familiare. Nei romanzi successivi ha continuato a indagare, in un linguaggio «vero», che si vuole oggettivo e depurato da evasioni stilistiche o di finzione romanzesca, i luoghi e le sensazioni della propria autobiografia al femminile: Passione semplice (Passion simple, 1991), La vita esteriore (La vie extérieure, 2000, nt), Perdersi (Se perdre, 2001, nt), L’uso della foto (L’usage de la photo, 2005, nt), L'altra figlia (L'autre fille, 2016). Gli anni (Les années, 2008), pubblicato da L'orma nel 2016, è vincitore del Premio Strega Europeo 2016 e finalista del Premio Sinbad 2015 - Narrativa straniera.Il libro per chi ama una scrittura un pò infiocchettata può anche non piacere . L'autrice scrive del padre uomo comune prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna . La figlia scrittrice lo descrive senza eccessivi sentimentalismi prendendone quasi le distanze . Del suo modo di scrivere lei dirà:"La scrittura piatta mi viene naturale, la stessa che utilizzavo un tempo scrivendo ai miei per dare le notizie essenziali." E proprio questo potrebbe a molti non piacere anch'io a volte l'ho trovato troppo incolore però ne ho apprezzato la forma schiva quasi pudica di raccontare un padre uomo comune si ma che ha saputo dare alla figlia la capacità di diventare una scrittrice e brava per giunta. Consiglio.

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10/08/2016 - sofia
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rnaux Annie ERNAUX ANNIE (Lillebonne, Seine-Maritime, 1940) scrittrice francese. Di famiglia operaia, ha vissuto fino all’adolescenza in Normandia, mantenendo in seguito un forte legame con l’ambiente sociale d’origine e le tematiche della differenza di classe. Ha esordito con il romanzo Gli armadi vuoti (Les Armoires vides, 1974), nella tradizione del realismo sociale, cui è seguito Il posto (La place, 1984), ricostruzione del proprio ambiente familiare. Nei romanzi successivi ha continuato a indagare, in un linguaggio «vero», che si vuole oggettivo e depurato da evasioni stilistiche o di finzione romanzesca, i luoghi e le sensazioni della propria autobiografia al femminile: Passione semplice (Passion simple, 1991), La vita esteriore (La vie extérieure, 2000, nt), Perdersi (Se perdre, 2001, nt), L’uso della foto (L’usage de la photo, 2005, nt), L'altra figlia (L'autre fille, 2016). Gli anni (Les années, 2008), pubblicato da L'orma nel 2016, è vincitore del Premio Strega Europeo 2016 e finalista del Premio Sinbad 2015 - Narrativa straniera.Il libro per chi ama una scrittura un pò infiocchettata può anche non piacere . L'autrice scrive del padre uomo comune prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna . La figlia scrittrice lo descrive senza eccessivi sentimentalismi prendendone quasi le distanze . Del suo modo di scrivere lei dirà:"La scrittura piatta mi viene naturale, la stessa che utilizzavo un tempo scrivendo ai miei per dare le notizie essenziali." E proprio questo potrebbe a molti non piacere anch'io a volte l'ho trovato troppo incolore però ne ho apprezzato la forma schiva quasi pudica di raccontare un padre uomo comune si ma che ha saputo dare alla figlia la capacità di diventare una scrittrice e brava per giunta. Consiglio.

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