"Quello che so è che le farfalle volano nell'aria senza preoccuparsi se sono italiane o tedesche. I fiori, le bacche e le erbe crescono nelle terra, non importa di quale paese. La terra non è nostra e il sangue scorre nelle vene di tutti gli uomini. Le mucche nella stalla non fanno resistenza alla mano tedesca o italiana fintanto che le munge delicatamente."
La recenti vicende storiche italiane non si studiano mai abbastanza: pur avendo visitato il Trentino-Alto-Adige, non mi sono mai informata molto a proposito della sua travagliata vicenda politica e sociale. Proprio per questo ho scelto di leggere “Sassi vivi” di Anna Rottensteiner, un romanzo a tratti crudo ma romantico, delicatissimo e lieve che racconta di sentimenti modellati dagli eventi storici degli Anni Trenta e Quaranta.
Il giovane Franz è uno studente sud tirolese che vive con la sua mamma in un maso in montagna, parecchi chilometri da Bolzano, non ha più il padre e spesso, dopo la scuola, segue la campagna e cura gli animali della stalla. All’improvviso, arriva un professore di origini siciliane, ma che vive a Roma e non sapendo dove stare, viene accolto nel maso di Franz, ma il paesino è molto piccolo, le malelingue si divertono a parlare male della sua mamma e di quel tipo 'italiano'. Nel periodo estivo giunge da Roma la figlia del professore, Dora, la quale fa immediatamente amicizia con Franz.
I due ragazzi, però, non potrebbero essere più diversi: Dora ama il duce, lo ammira, ascolta con attenzione i suoi discorsi alla radio, sogna di vederlo affacciarsi a Palazzo Venezia ed è convinta che sia un bene per l’Italia, che grazie a lui il Paese progredirà e prospererà. Franz, al contrario, ha subito l’italianizzazione forzata durante i primi anni del fascismo, ha provato sulla sua pelle cosa vuol dire dover abbandonare i propri valori, tradizioni, cultura e lingua: i cognomi tedeschi sono stati italianizzati a forza, sono state chiuse le scuole germanofone e soppressi i giornali di lingua tedesca.
Con l’ascesa di Hitler e i patti con il duce, ai sud tirolesi vengono date le Opzioni: diventare cittadini tedeschi sotto il Terzo Reich oppure diventare cittadini italiani e rinunciare alla loro cultura. La mamma di Franz non sceglie e continua a vivere nel maso. La situazione precipita: Franz non può più permettersi di andare a scuola e Dora dopo le vacanze ritorna a Roma ad ascoltare le parole del suo amato duce.
Molti anni dopo, Franz e Dora si incontreranno di nuovo, in una situazione molto pericolosa e una serie di eventi terribili e violenti faranno capire a Dora tutti gli errori che ha commesso in passato.
"No, Franz, io so cosa si prova quando ci si sente ingannati dalla vita e nessuno ti chiede perché. Quando non si può raccontare a nessuno perché ci si vergogna, non tanto per quello che si è fatto, ma più per quello che forse non si è avuto coraggio di fare. Quello che non si è visto, che non si è voluto vedere. E non si vuole raccontarlo, per nessun motivo, per non essere feriti ancora una volta. E lei probabilmente non ha nessuno al suo fianco."
Il libro racconta anche il percorso emotivo della protagonista Dora, l'accettare quello in cui ha creduto fervidamente e che poi si è rivelato un grandissimo sbaglio, del suo rammarico per aver lasciato solo il padre perché la pensavano diversamente ed avevano scelto di percorrere strade completamente diverse. Franz sarà sempre al suo fianco, ma anche la natura, quella della splendida Finlandia, il posto dove hanno deciso di vivere dopo la fine della II Guerra Mondiale, avrà un ruolo fondamentale nel suo viaggio verso la pace interiore e psichico.
"La quiete della natura mi ha calmata Franz. Ha zittito i colpi e i rimbombi dentro di me; il mare in burrasca ha rabbonito le mie tempeste; il vento ha placato le mie onde, era il mio compagno di lotta, gli ho gettato addosso i miei lamenti, le mie urla nel suo ruggito; i gabbiani stridevano più forte di me, la bonaccia del mare mi ha incitata a non dimenticare, il bianco della neve faceva brillare il rosso delle ferite e insieme le rinfrescava col gelo indifferente dei suoi cristalli. E tu eri con me e mi lasciavi essere."
Nei primi capitoli il lettore si trova spiazzato, perché Franz racconta la storia saltando dal presente al passato, dall’infanzia nel maso con la mamma ai giorni in cui era militare presso Salò, man mano che si entra nel flusso del racconto le vicende diventano più fluide, i personaggi più famigliari e le emozioni si fanno più intense. Il libro benché sia molto breve narra con vivacità e coinvolgimento un pezzo della nostra storia, un frammento che pochi conoscono. Una lettura molto interessante che apre una finestra su un difficile periodo storico così vicino a noi e così importante da non dover assolutamente essere dimenticato.
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