Provate a immaginare una donna giovanissima, di soli sedici anni data in sposa per motivi politici. Provate a immaginare che abbia un padre re e una madre regina, ciascuno di un regno distinto, e che lei a sua volta diventi la moglie di un re e la madre di un futuro imperatore. Provate a immaginare che sia lei a raccontare la sua storia fatta di corti e di battaglie, di una madre guerriera e di un padre amatissimo. Che sia lei a mostrarci attraverso il suo sguardo di bambina prima e di donna poi un mondo allo stesso tempo crudele e sfarzoso, devoto e pagano. E che le capiti l’incredibile fortuna di innamorarsi perdutamente dell’uomo scelto per lei. Una breve parentesi di felicità e di calore che precede il più orribile dei tradimenti perpetrato proprio dalle persone che ama di più: suo padre e suo marito disposti a dichiararla pazza pur di sottrarle il trono di Castiglia ereditato dalla madre in linea diretta. Giovanna di Castiglia, ultima regina di sangue iberico a salire sul trono di Spagna è una figura leggendaria. Coraggiosa, insofferente al cerimoniale, ribelle alle imposizioni religiose, figlia, moglie e madre costretta a negare la sua essenza di donna nel tentativo di difendersi e di difendere il suo trono. Verrà imprigionata e costretta a vivere per quarantasei anni in condizioni durissime, fino alla morte, avvenuta nel 1555. Ma non si piegherà mai.