Attraverso l’appassionata celebrazione del Don Giovanni di Mozart e attraverso la mirabile analisi della sua musica e del suo libretto, Kierkegaard fornisce la più alta esemplificazione di quello che egli considera il primo stadio dell’esistenza, ossia l’«estetico», preliminare e contrapposto a quello «etico» e poi a quello «religioso ». La figura di Don Giovanni rappresenta infatti il desiderio sensuale, la genialità sensibile che può essere espressa solo dalla musica poiché solo la musica può esprimere l’immediata, sfrenata, indomabile corsa del desiderio sensuale verso il piacere. «Per Kierkegaard eros e musica non si conciliano con l’etica» scrive Remo Cantoni nell’illuminante saggio che correda l’edizione. «L’essenza della musica è dionisiaca, demoniaca, e rifiuta ogni delimitazione etica. Solo la musica può esprimere la vita del desiderio, dal suo albeggiare come vago sogno, fino alla luce abbagliante della brama che esige il possesso».