«Una statua gigantesca, con il corpo di leone e la testa di uomo, guarda vero est dall’Egitto lungo il trentaduesimo parallelo. È un monolito scavato nella pietra calcarea dell’altopiano di Giza… È consumato ed eroso, solcato da fenditure e profondamente deteriorato. Eppure niente di quanto è giunto fino a noi dall’antichità può uguagliarne la potenza e la grandezza, la maestà e il mistero, o quell’aria vigile così cupa e ipnotica. È la Sfinge. Un tempo era ritenuta una divinità immortale. Poi calò l’oblio e cadde in un sonno incantato. Gli anni passarono: migliaia di anni… Ma la statua rimase lì, assorta e misteriosa, avvolta nel suo silenzio.»