Oggi non solo il “parlare”, ma lo stesso “pensare” Dio, è diventato quasi impossibile, soprattutto se non si vuole parlare di Dio e pensare Dio “contro”, o “a prescindere”, dal mondo. Oggi il pensiero di Dio che ancora sopravvive sussiste o come contrasto e inimicizia verso il mondo, oppure come illusione di un mondo separato, del tutto diverso dal mondo reale e per questo consolatorio e rassicurante, un rifugio della mente nel mondo mitico dell'infanzia e delle favole a lieto fine. Ma tenere insieme un responsabile pensiero di Dio e un retto pensiero del mondo oggi non risulta più possibile: e quindi c'è chi sceglie Dio per disprezzo o per paura del mondo, e chi sceglie il mondo per disprezzo o per noia di Dio, mentre i più non scelgono né l'uno né l'altro, perché forse ormai privi di quell'esigenza radicale dell'anima che qualcuno chiamava "fame e sete di giustizia". «Con questo libro intendo collocare un altro fondamento, molto più intimo, del tutto interno a noi stessi, giocando la partita della speranza nella vita come un incontro a solo tra lo e Dio. l'obiettivo di questo lavoro è contribuire a far sì che la mente contemporanea possa tornare a pensare ancora insieme il mistero di Dio e il mistero del mondo.» www.lafeltrinelli.it