Tre uomini e una vita
di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti
Aldo Giovanni e Giacomo raccontano, per la prima volta, la loro storia, di amicizia e di successo. È una storia cominciata nel 1991 quando al Caffè Teatro di Verghera di Samarate, nel Varesotto, diventano un trio: Galline Vecchie Fan Buon Brothers. Il libro è diviso in quindici capitoli, ciascuno dei quali prende spunto dai loro più indimenticabili sketch, spesso autobiografici, come quelli in cui narrano gli inizi tutt’altro che facili. Per esempio, La gita in montagna, lo sketch-provino recitato in un teatro di Cesenatico della capienza di 500 persone, ma quella volta con solo 5 spettatori (fra cui un bimbo di tre anni e il loro futuro agente-produttore con il quale, poche ore dopo, il Trio avrebbe firmato un contratto scritto sulla tovaglietta di carta di un ristorante di pesce). Oppure Ajeje Brazorf e il controllore, che si ispira a Aldo, quando faceva l’operaio e non aveva i soldi per pagarsi il biglietto del tram, venendo regolarmente beccato in fallo dal controllore; o Il dottor Alzheimer, liberamente tratto dalla vita quotidiana di Giacomo, infermiere ospedaliero. Poi il Derby e Zelig, la scuola milanese di comicità, la svolta con “Mai dire gol” che li rese popolarissimi, Tre uomini e una gamba (che si rifà a un episodio vero ed è il primo grande successo anche economico, oltre che l’inizio della fortunata carriera cinematografica) e i successivi film campioni di incasso, le applauditissime tournée teatrali, fino a quella in corso che celebra appunto le loro “nozze d’argento”. Un successo – quello di Aldo (il pittore), Giovanni (il maratoneta) e Giacomo (l’intellettuale) – che, per durata ed eterogeneità di pubblico (oggi la maggioranza del milione e 800mila amici su Facebook ha un’età compresa fra i 18 e i 24 anni) non ha eguali nella storia della comicità. Il racconto, ricco di aneddoti spesso inediti, è accompagnato da divertentissime fotografie.
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