I disturbi d’ansia e panico hanno ormai raggiunto la dimensione della pandemia: un terzo del mondo occidentale e una parte consistente di quel mondo globale che si va affacciando alla modernità ne soffrono in forme più o meno gravi. I disturbi d’ansia e panico, dice l’autore, non vanno intesi come il prodotto di un deficit, di una carenza psicologica o organica, bensì come l’effetto di una iperfunzionalità psichica: dotato di una ricca sensibilità empatica e di una altrettanto ricca intelligenza previsionale, il soggetto ansioso vive un conflitto interiore rispetto alle scelte e ai modi di essere che, risolto, non solo sblocca la sua vita ma offre utili indicazioni all’epoca contemporanea per migliorare la qualità del rapporto fra l’uomo e le sue produzioni sociali e culturali.