Il segreto
  • 9788896099612
  • Albus Edizioni
  • 2012

Il segreto

di Charlotte Bronte

Un racconto di Charlotte Bronte edito per la prima volta in italiano


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Commenti (2)

03/04/2012 - Pia Barletta
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Recensire un racconto di una delle sorelle Brontë risulta riduttivo se non si fanno delle doverose premesse. Occorre innanzitutto tenere in considerazione che si tratta di testi scritti a metà del secolo ottocento, un’epoca in cui la donna non veniva certo incoraggiata alla scrittura tanto che spesso era costretta a usare uno pseudonimo. Charlotte Brontë stessa fu dissuasa dal cimentarsi nell’arte del verseggio da un amico famoso poeta a cui sottopose alcune sue poesie, ma, fortunatamente per noi suoi posteri, non desistette. La forma di scrittura più in voga in quel periodo storico consisteva nel diario e quasi sempre la storia conteneva un’altra storia svoltasi nel passato. Un altro elemento comune della letteratura inglese era l’aspetto gotico legato a figure misteriose o a spettri che ritornavano per dare segni della loro presenza, ma, nonostante i numerosi intrighi che caratterizzavano le loro opere, il lieto fine era quasi d’obbligo. Paradossalmente, considerato il ruolo che occupavano nella società dell’epoca, le scrittrici, anche se in giovane età, nei loro testi rivelavano una buona conoscenza degli eventi politici e del mondo, a dimostrazione di quanto fossero sottovalutate. Premesso ciò, riesce più comprensibile la lettura di un singolo racconto che fa parte di una preziosa e vasta produzione della meno nota, ma non meno prolifica, sorella di Emily. Il segreto rispetta tutti i canoni suddetti. Forse oggi a qualche lettore poco attento potrebbe sembrare ingenuo ma un buongustaio della letteratura non può che rimanere estasiato dinanzi a una prosa così “visiva” pur nella sua semplicità. Marian, la protagonista, è combattuta tra l’amore e il senso del dovere, una promessa fatta alla madre in punta di morte non può essere disattesa, almeno fin quando il fantasma (e qui entra in ballo lo spettro) del promesso sposo non le appare per sciogliere le sue remore. Qualcuno però trama ancora contro di lei: la signorina Foxley, sua ex istitutrice, che ricompare dopo anni nella sua vita per metterla al corrente di un segreto che dovrebbe (nelle sue bieche intenzioni) sconvolgerle la vita e che è racchiuso in un anello. Marian si avventura di notte per scoprire questo terribile segreto (altra peculiarità: molti avvenimenti accadevano di notte), sfidando personaggi di dubbia fama pur di salvaguardare la propria famiglia. Quale sia questo arcano lo scopriamo nelle ultime pagine e ovviamente non posso rivelarlo, ho già anticipato che il lieto fine era prassi. Dal racconto emerge un’eroina, in contrapposizione allo stereotipo della donna legata al ruolo di madre dedita e moglie obbediente, che prende parte attiva negli avvenimenti e non li subisce passivamente. Si potrebbe dire che il tanto agognato femminismo attuale affondi le radici in un passato più remoto di quello che pensiamo, un femminismo meno sbandierato ma non per questo meno convinto. Negli ultimi tempi mi è capitato di leggere Frankeinstein di Mary Shelley e ora Charlotte Brontë, di cui (ahimé, confesso) non avevo mai letto niente, e senza tema di essere smentita posso affermare di aver riscontrato delle personalità molto forti, autrici che hanno gettato solidissime fondamenta della letteratura, un secolo e oltre fa. È una fortuna che ci siano stati tramandati questi preziosi scritti in cui al linguaggio leggermente aulico si mescola forza descrittiva e incisiva, opere che sono e rimarranno nella storia a dimostrazione che la buona letteratura travalica tempo, età e sesso.

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31/05/2013 - danielajap
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Le opere giovanili possono essere fonte di delusione se lette cercando la grandezza che i grandi autori avrebbero poi dimostrato. Invece secondo me bisogna guardarle con curiosità e tenerezza, come in questo caso. Ci troviamo di fronte a pagine interessanti, ma a volte ingenue.

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