Il gioco delle tre carte
  • 9788838923340
  • Sellerio Editore Palermo (collana La memoria)
  • 2008

Il gioco delle tre carte

di Malvaldi Marco

Ritorna, con la seconda avventura dopo "La briscola in cinque", la squadra di investigatori del BarLume di Pineta, detto anche "l'asilo senile". A parte il barista Massimo e la sua banconista, la bella e comprensiva Tiziana, il più giovane del gruppo è Aldo, ultrasettantenne gestore dell'osteria Boccaccio. Seguono Nonno Ampelio, Pilade, il Del Tacca del Comune, il Rimediotti. La loro attività, unica, più che principale, si svolge nel presidiare il BarLume e, dietro il paravento della partita a carte, passare al setaccio tutti gli avvenimenti di Pineta, in un pettegolezzo toscano senza eufemismi e senza ritrosie. Qualche volta resta nelle maglie fitte della rete, un fatto criminale. In realtà è Massimo, pronto all'intuizione ma svogliato all'azione, che è spinto a investigare, richiesto casualmente dal commissario Fusco. I vecchietti fanno da polo dialettico in un contraddire minuzioso che però facilita la sintesi: corale ambientazione umana, provinciale e antiglobalizzata (lenta, senza preoccupazione di efficienza mezzo-fine). Uno sfondo di commedia italiana a dei gialli enigmistici la cui soluzione è affidata alla virtù del ragionamento e alla fortuna del caso. Nel gioco delle tre carte un esercizio di abilità e di elusione fornisce lo schema per risolvere un enigma criminoso consistente nel nascondere ostentando. Nel corso di un congresso, viene ucciso un professore giapponese. La chiave del mistero è in un computer che in apparenza non contiene niente di significativo. da http://www.ibs.it/code/9788838923340/malvaldi-marco/gioco-delle-tre.html


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Commenti (2)

31/01/2012 - brontolo
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Thriller archeologico-religioso imperniato sulla ricerca dell'antica Menorah di Erode trafugata dal Monte del Tempio di Gerusalemme durante l'assedio di Tito. La parte di ricostruzione storica è molto interessante e decisamente accurata,peccato però che la narrazione sia strapiena di digressioni ,descrizioni e particolari che non aggiungono nulla alla storia ma rendono la lettura poco scorrevole ,pesante e faticosa.La parte più avventurosa è a tratti inverosimile. Se il libro fosse stato "snellito" un po' ne avrebbe solo guadagnato,perchè la tentazione di "saltare" qualche pagina è decisamente forte....Peccato. .un argomento interessante reso pesantissimo da una scrittura troppo lenta e dispersiva.

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24/02/2012 - Gino
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Un altro caso da risolvere per il gestore del BarLume, questa volta alle prese con la morte di un professore giapponese durante un congresso; lo accompagnano come al solito il terribile nonno Ampelio e la sua truppa di caustici ottuagenari, l'indefesso commissario Fusco e uno strampalato ricercatore olandese. Protagonisti i vecchietti del Bar Lume, la squadra investigativa detta l’asilo senile, conosciuta nel primo libro della serie, “La briscola in cinque”. Il più giovane della combriccola è Aldo, ultrasettantenne, gli altri sono: Del Tacca, Rimediotti, Pilade e Ampelio, nonno del barrista Massimo, proprietario del Bar Lume. Massimo si trova a investigare, su richiesta del commissario Fusco, sulla morte di un vecchio professore giapponese, durante un congresso internazionale organizzato dal Dipartimento di Chimica di Pisa. Malvaldi è bravissimo a descrivere un “mondo”, quello di Pineta, i personaggi, le atmosfere, le battute sagaci in toscanaccio. Il divertimento è assicurato. I vecchietti del Bar Lume non deludono e Massimo, il barrista, non ha perso il suo smalto. Consigliato scorre veramente veloce! “E' un dato di fatto che gli uomini curiosi, spesso, sentono il bisogno di sfilarsi di dosso la propria esperienza, avvertendola più come una rigida armatura di abitudini che limita i movimenti che come una amichevole corazza protettiva, necessario usbergo contro le forze dell'Ignoto. Siamo pienamente consapevoli, quando sfidiamo le nostre consuetudini, che le probabilità di vittoria sono esigue; e proprio l'eccezionalità di tale successo gonfia il vittorioso petto di soddisfazione e lo ammanta di un'aura di eroismo, le rare volte che riusciamo a buggerare la routine.”

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