E' la seconda volta che lo leggo ma non me ne stancherei mai. Cicerone spiega, sotto forma di dialogo tra Lelio, Fannio e Quinto Muzio, la sua opinione sull'amicizia. In realtà lo fa proprio per bocca di Lelio, grande amico di Scipione da poco scomparso. Fannio e Quinto Muzio, suoi generi, gli chiedono di parlare della loro amicizia che si sa è stata una delle più grandi a Roma. Lelio ne approfitta, anche sotto le loro continue richieste, per fare un discorso molto più ampio sull'amicizia. Dichiara così che non ci può essere amicizia senza virtù. Che l'amicizia nata dall'utile ha vita breve. Che l'amicizia intrisa di adulazione è certamente falsa. Che in amicizia bisogna rispettarsi sempre ma se del caso riprendere gli amici che commettono degli errori anche in modo duro. E' raro trovare un amico sincero, ma quando ciò accade l'amicizia è inevitabile e ci accompagna fino alla fine della nostra vita, persistendo anche alla morte di uno die due. Cicerone (per bocca di Lelio), afferma che bisogna diffidare da coloro che dimostrano un indole ambigua, che non sono sempre sinceri, ma non bisogna allontanarli o offenderli, piuttosto lasciare che l'amicizia si affievolisca da se, come sosteneva anche il grande Catone, considerato uno dei massimi sapienti da Cicerone. Beh crdo di aver detto abbastanza..leggetelo ;)