Ci troviamo a Crosby, nel Maine, un luogo come tanti che grazie agli occhi attenti ed indagatori di E. Strout, diviene il palcoscenico del mondo intero. In questa cittadina affacciata all’'Oceano Atlantico c'è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite di tutti i suoi concittadini: Olive Kitteridge, un'insegnante in pensione che, con spietata capacità critica, osserva i segni del tempo svilupparsi intorno a lei, nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto; racconti di tante vite diverse che le ruotano intorno, vite che spiegano in poche righe, a volte addirittura in poche parole, la vita di Olive. [ «Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi»] Bello questo romanzo che ti fa sorridere ma che ti infonde anche tristezza, affascinante la qualificazione di Olive donna, antipatica, cinica, irritante, in sovrappeso, invidiosa, cocciuta e fragile, terribilmente complicata, insensibile all’amore solo per mancanza di coraggio o più probabilmente per non aver saputo apprezzare ciò che le offriva la sua vita. …..[” E se il piatto di Olive era stato pieno della bontà di Henry e lei lo aveva trovato gravoso, limitandosi a mangiucchiare qualche briciola alla volta, era perchè non sapeva quello che tutti dovrebbero sapere”] Mi sono trovata a mio agio con le parole della Strout, vuoi per il suo stile elegante ed intelligente ma anche per i temi trattati che ci riguardano un po’ tutti.