Gli occhiali d'oro è un romanzo di Giorgio Bassani. Apparve nel 1958 presso Giulio Einaudi Editore e a distanza di cinquant’anni è cambiato poco, o quasi nulla. Oggi come nel ’58 si parla in modo quasi mostruoso dell’omosessualità, parlando alle spalle, «ma hai saputo che lui è così?», «pare che si diverta con il figlio dei Deliliers» e, nel ’58 come oggi, gli stessi contrari, falsamente perbenisti, sono proprio quelli che in modo silenzioso, doppiogiochista, reprimono i propri istinti. Athos Fadigati è un uomo con una carriera avviata, ma che per colpa della gente, del mormorare, del giudizio, china e il capo e non riesce a sopportare questo grave peso, soccombendo per esso. La sua diversità, nel libro, viene affiancata a quella degli ebrei trasportati nei campi di concentramento, ma forse per lui è ancora più doloroso, osservare, prendere coscienza dell’allontanamento dei suoi amati clienti. 1958: la gente si suicidava per vergogna ed emarginazione; 2013: oggi succede lo stesso, ma nessuno ne scrive romanzi.