Dan Brown ci ha preso gusto, ha imboccato un sentiero che non intende abbandonare: se non ci sono simboli da interpretare e codici da decifrare non è contento. E quindi quale spunto migliore se non la Divina Commedia? I diversi livelli di lettura dell’opera di Dante, letterale, allegorico, morale e anagogico, sono una fonte inesauribile per un autore come lui. Ed ecco quindi che la Commedia viene infilata, un po’ forzatamente, in una trama complessa, convulsa e alquanto astrusa, che lascia decisamente tiepidi e perplessi. Si potrebbe anche affermare che l’azione riempie gli spazi tra una lunga, dettagliata descrizione di Firenze e dei suoi monumenti prima e di Venezia poi. Indubbiamente un meraviglioso spot per i beni culturali italiani, ma tutto questo risulta alquanto prolisso e noioso all’interno di una trama che dovrebbe reggersi sul “thrilling” e non essere una specie di Lonely Planet in salsa gialla. Il tutto poi reso con una scrittura che si dilunga in particolari assolutamente inutili: il colore degli occhi dei protagonisti viene ripetuto sino alla nausea e frasi del tipo” ..scivolando sulle suole lisce dei mocassini presi in prestito…” non fanno che allungare il brodo fino alle 514 pagine finali, che si concludono con la parola “Stelle”, come le cantiche di Dante. Che poi ci siano personaggi che affermano di parlare poco inglese ma sanno riconoscere accenti newyorkesi o meno, sono dettagli che fanno sorridere. Credo poi che Brown vesta Brioni, perché il nome viene ripetuto parecchie volte: “ …il proiettore rimbalzava nel taschino della giacca Brioni…. “ oppure durante una rocambolesca fuga in moto la gente è “ perplessa nel vedere un uomo alto più di 1.80 mt su un trike in abito Brioni”. Certo, è ovvio che la gente vedendo una moto che passa a velocità sostenuta riconosca non solo l’altezza del passeggero, ma soprattutto la marca dell’abito che indossa. Tutte queste cose messe insieme rendono il libro decisamente evitabile, non bastasse già il prezzo a renderlo un vero lusso. Dan Brown ci ha preso gusto, io meno.