Lo Zahir)
Letteratura italiana

Lo Zahir, recensito da Gino

«Secondo lo scrittore Jorge Luis Borges, l’idea dello Zahir viene dalla tradizione islamica, e si ritiene sia nata intorno al XVIII secolo. Zahir, in arabo, vuol dire visibile, presente, incapace di passare inosservato. Qualcosa o qualcuno che, una volta che si è stabilito il contatto, finisce per occupare a poco a poco il nostro pensiero, fino al punto che non riusciamo più a concentrarci su nient’altro. E ciò può essere considerato santità o follia». E’ la storia di un amore, di una fuga, di una ricerca che si tramuta in viaggio, in conoscenza, in libertà di ritrovarsi e ritrovare sé stessi. Esther lei è la donna fuga, è lo Zahir è il principio e la fine, è il vuoto, e la sazietà, è il dubbio e il fregarsene di tutto. Lui è uno scrittore, dipendente e ancorato a lei che si darà alla fuga, inspiegabilmente. Sì parla di un viaggio, anzi lo si vive dalla Francia alla Spagna, per arrivare in Croazia fino alla desolata Asia Centrale, viaggio inteso come percorso di crescita, come un ritrovarsi, come un viversi più forte di prima, pur scoprendo ciò forse si sarebbe fatto a meno di voler sapere. Tre stelline e mezzo, Coelho non mi fa impazzire, ma ho bisogno di spiritualità. “L'essere umano deve sempre affrontare due grandi problemi: il primo è sapere quando cominciare; il secondo è capire quando fermarsi.” “In passato, quando leggevo le autobiografie degli scrittori, pensavo che tentassero di infiorettare la loro professione quando dicevano che “il libro si scrive da sé : lo scrittore è solo il dattilografo”. Oggi so che è assolutamente vero: nessuno può dire perché la corrente ti ha portato in una certa isola, e non a quella a cui sognavi di arrivare. Poi cominciano le revisioni ossessive e i tagli; quando non mi riesce più di leggere sempre le stesse parole, invio il testo all’editore, che lo revisiona ancora una volta, prima di pubblicarlo. E, con mia perenne sorpresa, scopro che alcune persone erano alla ricerca di quell’isola, e la incontrano proprio nel libro. Una ne parla con un’altra, la misteriosa catena si allunga, e quello che lo scrittore riteneva fosse un lavoro solitario si trasforma in un ponte, in una barca, in uno strumento per mezzo del quale le anime si muovono e comunicano. Da quel momento, non sono più quell’uomo smarrito nella tempesta: ritrovo me stesso attraverso i miei lettori, comprendo ciò che ho scritto quando mi rendo conto che anche gli altri capiscono – non accade mai prima. In qualche raro momento, come quello che sta per arrivare fra poco, riesco a guardare alcune di queste persone negli occhi, a comprendere che anche la mia anima non è sola.” “Conosco molte persone che hanno già smesso di vivere, benché continuino a lavorare, a mangiare e a svolgere le loro attività sociali. Fanno tutto automaticamente, senza comprendere il momento magico racchiuso in ogni giorno, senza fermarsi a pensare al miracolo della vita, senza capire che il prossimo minuto magari è l'ultimo che trascorrono sulla faccia di questo pianeta.”

Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.

Di questo autore

2005
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Lo Zahir

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