"Le mie ferite non sono guarite e ogni volta che ripenso alla Germania, è come se venissero sfregate con del sale." Un libro piccolo ed intensissimo nel quale ci viene raccontato da un ragazzino di sedici anni ebreo la sua amicizia nata sui banchi di scuola di un altro compagno tedesco nella Germania sull'orlo dello scoppio della seconda guerra mondiale. Questo libro è delicato,intenso, profondo è come poesia, secondo me tutti noi lo dovremmo avere nelle nostre librerie perchè ci fa ricordare una pagina della storia mondiale che è necessario conoscere specialmente se raccontata da chi l'ha vissuta sulla propria pelle con dolore, sofferenza e tristezza. "Per me niente aveva importanza oltre al fatto che quello era il MIO paese, la MIA patria, senza inizio nè fine, e che essere EBREO non era in fondo diverso che nascere con i capelli neri piuttosto che rossi. Eravamo prima di tutto svevi, poi tedeschi ed infine ebrei." "Com'era inevitabile, alcuni tedeschi hanno incrociato la mia strada, brave persone che erano finite in prigione per essersi opposte a Hitler. Tuttavia, prima di STRINGERE LORO LA MANO, mi sono sempre informato sul loro passato. Bisogna fare attenzione prima di concedere la propria fiducia ad un tedesco. Come si fa ad essere certi che l'uomo con cui si sta parlando non abbia immerso le mani nel sangue dei vostri amici o dei vostri parenti?"