Il romanzo si apre nel luglio del 1944, l'anno in cui Newark è colpita da una terribile epidemia di poliomielite, quando Bucky, ventitré anni, riformato per la guerra , lavora come animatore nel campo giochi di Weequahic dove allena un gruppo di ragazzi, ebrei come lui, al gioco del baseball. Il nonno, scomparso da qualche anno, gli ha insegnato a fare bene il suo dovere, e così Bucky è diventato un precoce campione sportivo, abile nel lancio del peso e del giavellotto, dotato di "un'incrollabile buona salute". Forse è per questo che, nella rovente Newark di quell'estate, afflitta dall'afa e infestata dal fetore dei vicini allevamenti di maiali, decide di lottare e di resistere contro la malattia, senza farsi prendere dalla paranoia del contagio e lasciando il suo compito soltanto per raggiungere l'amata Marcia sulle Pocono Mountains, dove l'aria sembra pulita e il contagio impossibile. Una scelta, quella di lasciare Newark, estremamente sofferta, che comporta un esito contrario a qualunque aspettativa. Con garbo discreto, con classe raffinatissima, con infinita cultura di grande lettore, Roth conosce tutto di noi ,costruisce un personaggio imbevuto fino al midollo di rettitudine morale, un guerriero che ha bisogno di un nemico da combattere. E se non possono essere i giapponesi sarà la polio, e poi Dio e infine se stesso, quando non troverà più nessun altra forza verso cui dirigere la propria superbia.