“Per un rappresentante le scarpe sono il 30% del lavoro, un altro 30% è il sorriso ed un altro 30% è la capacità di costruire rapporti. Rimane sempre fuori un 10 % quello che basta, a volte, per mandare tutto a puttane”. Una storia come ce ne sono tante, un titolone sui giornali e il mostro sbattuto in prima pagina. Qui si cerca di dare un volto al mostro, di raccontare una sua possibile storia e la sua evoluzione. Una vita costruita a tavolino quella di Furio, dove tutto è studiato pianificato, ottenuto passando sopra a chiunque pur di accumulare conquistare e vincere. Una vita di apparenza, di studiato successo che piano piano si sgretola davanti all’impossibilità di controllare tutto, soprattutto le persone. Furio è un “mostro” incapace di compassione e di comprensione, che vive per avere. Eppure, ad un certo punto, proviamo compassione per lui . Che sia egli stesso una vittima ? Vittima si se stesso o di una società che ti accetta e riconosce solo se sei un vincente e che non perdona gli errori? O Una vittima di quel 10% che non è possibile controllare? Troppo facile dire che tutti hanno in fondo un lato “buono”, più difficile ammettere che invece tutti nascondiamo un piccolo “mostro” pronto a esplodere se non ben blindato dalla coscienza e dal buon senso. Narrazione su due piani temporali che si compenetrano disegnando magistralmente la psicologia del personaggio e la natura delle relazioni che si formano all’interno della famiglia e della società. Una storia comune, condivisibile, riconoscibile e quasi banale nella sua quotidiana veridicità. E quando pensi di avere inquadrato tutto, ecco che la storia ti stupisce ancora una volta. Gran bel libro noir e non solo.