America, anno 1952, i braccianti lottano per la loro sopravvivenza combattendo col problema della manodopera a basso costo offerta dagli immigrati clandestini. La famiglia Chandler perde tutto il suo raccolto e, con ammirevole forza d’animo, pur se dovuta soprattutto alla necessità, i coniugi si adattano a lavorare per conto d’altri per sopravvivere fino alla stagione successiva. Status symbol dell’epoca è la casa dipinta di bianco, ma i Chandler non l’hanno mai riverniciata: la vernice costa e loro non possono permetterselo. Eppure quell’anno, nonostante le enormi difficoltà, decidono di comprare la vernice bianca e Luke, il loro figlio di 7 anni, inizia a dipingerla. Ogni qual volta finisce un barattolo di vernice, sembra che debba fermarsi il lavoro, “la vernice costa” è sempre la stessa risposta, ma la tenacia e la volontà unite all’innocenza del bambino, riesce sempre ad avere la meglio sui problemi quotidiani e, dopo non pochi sforzi, la casa è finalmente dipinta. Tenera e commovente la figura del bambino che a tutti i costi cerca di ridipingere la casa, tanto da riuscire a convincere il padre a rinunciare ad altro per comprare la vernice. Uno spaccato familiare che ci mostra l’America operosa e attiva, non quella che si vuole arricchire, ma quella che vuole raggiungere l’indipendenza attraverso il duro lavoro. Un romanzo che si discosta nettamente dal genere legal thriller di Grisham, scritto prima di diventare famoso anche se pubblicato solo in seguito.