Qualche luce e molte ombre su questo libro. Affrontato più per curiosità che per interesse, la parte che mi ha lasciato più perplesso è senza dubbio quella dello stile. I personaggi sono per lo più abbozzati (ma questa è nella normalità, purtroppo, della letteratura odierna) e non lasciano particolarmente il segno. Quello che più fa zoppicare l'opera, è lo stile descrittivo dei luoghi che risulta essere didascalico e schematico all'estremo. Sembra di avere tra le mani dei sottotitoli di un navigatore satellitare che si sofferma, quasi per sponsorizzare, sulle attività commerciali. Ora, chi conosce bene i luoghi della vicenda, può essere a tratti incuriosito da questi momenti (non poi tanto rari); per tutto l'altro bacino dei lettori, lo stile non può far altro che annoiare e dare un sentore di una scrittura elementare ed approssimativa che utilizza queste descrizioni per prolungare la lettura (cosa certamente non voluta dall'autrice che cade in questa problematica esclusivamente trascinata da un amore travolgente per la propria città; un amore che, ahinoi, non è riuscita a trasmettere sulle pagine, forse per mancanza di esperienza, forse per mancanza di talento). A dispetto di tutto ciò, sarà perché i luoghi di quella città sono anche i miei, pur con l'amaro in bocca, il libro s'è fatto leggere e la vicenda ha appassionato discretamente. 5