Che Woody Allen sia una mente fine e un colto umorista non è una novità. Nei suoi lavori (che si tratti di cinema o di prosa) viene sempre fuori qualcosa di autobiografico, ma forse ancor più nei suoi libri che nei suoi lavori cinematografici la ridda di personaggi surreali è spesso travolgente. Ecco, spesso, non sempre. In questo ultimo suo lavoro, non tutti i racconti brevi sono davvero incisivi, ma arrivare fino all'ultimo, l'unico lungo, ripaga anche di alcune storielle che personalmente non mi hanno detto molto. "Crescere a Manhattan" è una piccola perla alleniana, che, letta con la voce narrante dell'autore, ti trasporta proprio in quello spaccato newyorkese in cui Woody non conosce rivali.