Credere alle cazzate = credere a una qualunque religione. Questa è la sinossi stringata di questo pamphlet pedante e noiosissimo. L'approccio a questo libro rivela immediatamente un tradimento nei confronti del lettore: qui non si parla delle argomentazioni più tipiche che l'autore ha isolato e classificato sulla base del ricco panorama attuale di ciarlatani e truffatori pronti a vendere anche la madre per un guadagno. Di fatto tutta la fatica di Law è canalizzata in un'unica, reiterata direzione: tutto ciò che viene promulgato dai testi religiosi (con particolare accanimento per quelli cattolici/cristiani) è una cazzata. Mi sembra incredibile che dopo qualche millennio di evoluzione e qualche secolo di fortuna del metodo scientifico si sia fermi ancora al punto di Law. Chissenefrega se i testi religiosi raccontano fatti e cercano di spiegare accadimenti assolutamente indimostrabili scientificamente! Mi sembra pacifico che a un ateo mai interesseranno le argomentazioni religiose, perché riconoscerà un dio ben diverso (la scienza), mentre nessun credente vedrà cadere alcuna certezza proveniente dalla sua fede, se il metodo scientifico non ne avvalorerà l'attendibilità. Che noia. Chiaramente lo scientismo e la religione viaggiano su binari incompatibili e differenti. La scienza punta a spiegare quante più cose possibili attraverso l'applicazione di un metodo rigoroso che dovrebbe essere infallibile e a prova di bomba, la religione tende a spiegare i "misteri" della vita (cui sicuramente la scienza non può dare risposta) parlando per metafore, per colpire l'immaginario di un pubblico spesso e volentieri digiuno di conoscenze superiori (per lo meno in passato), impartendogli così lezioni di vita importanti. Se poi si vuole dissezionare l'Antico Testamento e, di fronte ad affermazioni come "la Terra è piatta e il sole ci gira attorno", o come "nell'Arca di Noè ci entrarono coppie di ciascun animale terrestre", affermare con autocompiacimento che sono tutte cazzate, bene, lo si può certo fare e da un punto di vista letterale lo si farebbe pure a ragione. Ma la cazzata più grande rimane a mio parere spendere tempo e parole proprio per impegnarsi in analisi banali e ovvie, proprio perché non si è voluto comprendere fin dall'inizio che un testo religioso non è un testo scientifico. Sarebbe bastata da parte dell'autore questa semplice constatazione per giungere, prima di dare l'opera alle stampe, all'epifania che la vera cazzata è l'esistenza di questo libro. Sempre che ci si trovasse di fronte a un autore in buona fede.