Ma che cosa è successo? In realtà molto poco. A livello di pura trama, è un romanzo che si trascina per almeno tre quarti. Solo intorno alla pagina 200 inizia a succedere qualcosa di interessante, ma poi riprende il sopravvento lo scorrere liquido e rapido delle parole di Murakami, che raccontano senza in realtà raccontare. Insomma, questo è un romanzo che vuole toccare la sensibilità del suo lettore non tanto per quello che racconta (molto poco), ma per come lo narra. Il ritorno all'elemento surreale e onirico dopo la pausa di "Norwegian Wood" è un bel regalo, tuttavia la tematica già ampiamente sviscerata dell'"Uomo pecora" presenta qui qualche segno di stanchezza. Forse in più di un punto ci si annoia un po', ma vale la pena giungere fino in fondo.