Odio gli spoiler. Sono un lettore da "scatola chiusa". Non leggo mai la trama di alcun libro che mi accingo ad iniziare (stessa cosa per i film) perché, pressoché sempre, le didascalie utilizzate dal commercio per attirare l'acquirente tolgono quell'atmosfera di incertezza e sorpresa indispensabili ad apprezzare in tutta la sua completezza l'opera. Così mi pare strano iniziare a commentare il libro di Morrell dicendovi RAMBO. Ma penso sia inutile tenere nascosta una trama conosciuta ormai da tutti quando in poche righe (ma già dalla copertina della ristampa in questione) il lettore viene a scoprire cosa si nasconde dietro il titolo meno famoso di "Primo sangue". Diciamolo subito: il buon film ricalca pressoché passo dopo passo il romanzo. E qui qualche punto in meno lo togliamo all'opera cinematografica; degna di essere costruita dignitosamente, evitando di scadere nel blockbuster come faranno poi gli innumerevoli seguiti, ma colpevole di essere poco personale. Già, perché quello di buono che abbiamo nel libro, è quella introspezione psicologica piuttosto ben analizzata che non cerca di far nascere nel lettore quel sentimento di eroismo. Né buoni né cattivi: solamente esseri umani. Tutti con le proprie paure, ossessioni, debolezze; istinto, aggressività, ferocia, paura. Nulla di nuovo a livello oggettivo se avete visto il film. Una buona riflessione sul proprio essere, tuttavia, merita di essere approfondita. Voto 7+