"Aveva perso la sua magia" così inizia il breve romanzo di Philip Roth L'umiliazione.Simon Axler, attore affermato, realizza che non è più un animale da palcoscenico realizza il panico che lo assale sul palco perchè non ricorda più le battute e dopo dei fiaschi clamorosi ha addirittura l'impulso di uccidersi e per questo chiede di essere accolto in una clinica per malattie mentali per una ventina di giorni. Qui si confida con una paziente. La prima parte è introspettiva con varie considerazioni sulla decadenza fisica e sulla vecchiaia. Dimesso dalla clinica si ritira nella sua casa di campagna sordo alle sollecitazioni del suo agente che lo invita a ritornare sulle scene.Finchè in una grigia mattina foriera di neve non si presenta alla sua porta sua Pegeen Stapleford, quarantenne, lesbica, figlia di una coppia di attori con cui aveva collaborato in gioventù.Axler si sente rinascere Peggeen è più giovane di lui di ventanni e, nonostante sia delusa dalla fine del suo rapporto con la sua compagna,risveglia il desiderio nel vecchio attore.Riuscirà a tornare il bravo attore che era stato? Lascio ai lettori scoprirlo e come sempre Roth saprà sorprenderci.