"In assoluta umiltà, - così esordisce il protagonista-narratore - io dico che certe cose sono più straordinarie di altre e che io sono una di esse." Edito per la prima volta in Italia da Bompiani nel 1973 con il titolo La mammella , ora riproposto nell'"Arcipelago" Einaudi nella stessa traduzione riveduta (e aggiornata alla nuova edizione americana del 1980, non poco diversa dalla prima), Il seno appartiene alla fase precoce della produzione di Philip Roth.(Cit.) Sicuramente il paragone con Kafka calza a pennello oppure con Il naso di Gogol. Più che un libro è un racconto nel quale appare uno dei personaggi più longevi di Roth David Kepesh che in questo racconto si trasfoma in un seno gigantesco cieco ma che ha sensazioni erotiche straordinarie.Susseale, dissacrante e umoristico questi sono gli aggettivi che mi sento di dare a questo romanzo “Si potrebbe credere che la vittima di una simile metamorfosi dovrebbe smetterla di preoccuparsi di faccende come decoro, decenza e orgoglio personale. Ma siccome quelle faccende sono strettamente connesse al mio concetto di lucidità e di autostima, sono di fatto suscettibile assai più che nella vita precedente”dirà il professore, ma rimarrà umiliato dalla risata del suo ex- mentore. Mentre trae piacere dalla visita della fidanzata e dai "lavaggi" dell'infermiera.Secondo il medico non è pazzo ma autori come Gogol, Kafka e Swipt hanno interagito con questa trasformazione. Non mi ha fatto ridere ma prendo atto che Roth sa sempre sorprendermi. Da leggere!