Il muro invisibile è il primo romanzo autobiografico scritto da Harry Bernstein all'età di 96 anni, che parla dell'infanzia dell'autore in una cittadina industriale inglese del primo novecento. Harry è un bambino ebreo che vive con la madre, il padre e i suoi cinque fratelli in un quartiere operaio del Lancashire, dove, separati da un muro invisibile abitano i cristiani e gli ebrei. La famiglia è molto povera: la madre non lavora ed è occupata tutto il giorno nelle faccende domestiche mentre il padre, Jack, sperpera tutto ciò che guadagna nei pub della città. Durante l’estate del 1914 Harry è inconsapevolmente coinvolto nell’amore segreto tra Sarah, una ragazza ebrea, e Freddy, un cristiano. L’episodio suscita molto scalpore nella via poiché all’epoca era considerato disdicevole che due persone di diversa religione si frequentassero: la ragazza è perciò costretta a partire per l’Australia. I fratelli del protagonista frequentano la St. Peter, una scuola che accoglie gran parte della gioventù povera mentre il piccolo Harry tenta l’ammissione alla scuola privata di Hollywood Park, ma il preside lo respinge perché non indossa calzature adeguate ma un paio di poveri zoccoli; Harry è costretto quindi a malincuore ad andare a scuola con i fratelli. Quotidianamente, al ritorno a casa, i sei ragazzi rischiano di venire maltrattati dalle bande di ragazzini cristiani denominati basetemas. Un giorno, mentre passano per gli “Scalini del Diavolo”, vengono aggrediti da una di queste bande, riuscendo a salvarsi solo grazie al tempestivo intervento di un liceale cristiano, Arthur Forshaw. Dopo questo evento, Lily, la sorella maggiore di Harry, si innamora di questo ragazzo, che ricambia il suo stesso sentimento. La prima guerra mondiale separa i due innamorati, perché Arthur è costretto a partire per il fronte come tanti altri uomini della via. Fortunatamente, il ragazzo torna incolume dal fronte, e si fidanza segretamente con Lily. Soltanto Harry è a conoscenza di questa relazione e promette di non svelarlo a nessuno. I due innamorati continuano ad incontrarsi di nascosto in campagna in una taverna dove vengono tenute le riunioni dei simpatizzanti del partito socialista inglese, di cui la coppia condivide gli ideali. Sfortunatamente, Rose, sorella di Harry, molto gelosa di Lily, scopre la relazione e svela tutto alla madre. La donna si arrabbia molto con la figlia poiché per gli ebrei sposare un cristiano significa morire. Non riuscendo a far cambiare idea a Lily, alla notizia del matrimonio fra i due ragazzi, l'intera famiglia celebra il funerale della figlia maggiore e si comporta come se la primogenita fosse effettivamente morta. Solo la nascita di James, figlio di Lily e Arthur, rende possibile la riconciliazione fra la due famiglie. Poco tempo dopo, giungono i tanto desiderati biglietti per l’America e la famiglia Bernstein decide di partire, mentre Lily, Arthur e James rimangono nel Lancashire. Due anni dopo, però, la sorella maggiore di Harry morirà d’infarto, seguita, dopo cinque anni, dalla morte del marito. James morirà combattendo nella Seconda guerra mondiale. Il tema principale affrontato da questo romanzo è appunto il "muro invisibile", ovverosia la mancata integrazione tra ebrei e protestanti, dovuta alla discriminazione reciproca fra famiglie che professano due differenti religioni. È poi presente il tema del contrastato amore tra Arthur, protestante, e Lily, ebrea, gli unici ragazzi che prendono coscienza del fatto che il muro deve essere abbattuto. Il forte attaccamento tra i due ragazzi dimostra che è possibile risolvere, almeno in parte, questo terribile problema. La condizione di estrema povertà caratterizza poi tutta la lettura ed è strettamente connessa al tema dell’industrializzazione e della difficile condizione operaia. Essa accomuna entrambi i lati della strada e ci viene descritta sin dalle prime righe. Nel romanzo si riscontra anche il tema della guerra, poiché ci vengono narrati attraverso Arthur gli orrori delle trincee della Grande Guerra. Sempre Arthur ci racconta della Rivoluzione bolscevica di Russia. Maestoso, e pensare che l’autore l’abbia scritto alla veneranda età di 96 anni mi commuove!