Un brano "Io, già da un pezzo, vorrei sapere un’altra cosa. Vorrei sapere se è possibile trasmettere conoscenze e esperienze non con il latte materno, ma ancora prima, attraverso le acque della placenta o non so come, perché il latte di mia madre non l’ho avuto e ho invece una fame atavica, una fame da morti di fame, che lei non ha più."Helena Janeczek, Lezioni di tenebra. Helena Janeczek è nata a Monaco di Baviera nel 1964 e vive in Italia dal 1983. Proviene da una famiglia di ebrei polacchi, vissuti e perseguitati in Germania, dove è cresciuta nell'estraneità al mondo tedesco e nel sospetto della cultura del carnefice, le cui parole ha tuttavia appreso come lingua madre.Ha esordito come poetessa in lingua tedesca con la raccolta Ins Freie (Suhrkamp, 1989) e come narratrice in italiano con Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997; premio Bagutta opera prima).Il libro? Profondo minimale nell'esposizione, ma che lascia l'amaro in bocca. Narra il conflitto fra la madre di Helena e lei stessa,ma è molto di più perchè pur nella scarna prosa di un diario diventa un libro sull'Olocausto.Sulle paure dei sopravvissuti e dei loro famigliari, sul doloroso ricordo di chi non c'è più.Una storia bella e dolorosa, una lezione di tenebra dove la tenebra è quel tatuaggio sul braccio che sua madre si è fatta cancellare come un tatuaggio qualunque, la tenebra è Il canto del popolo ebraico massacrato di Yitzchak Katzenelsen che gli altoparlanti diffondono ad Auchwitiz nel viaggio della memoria che Helena e la madre fanno per scoprire le loro origini. Da leggere!