Uno, nessuno, centomila di Luigi Pirandello è uno dei romanzi più enigmatici di questo autore. Come ne Il fu Mattia Pascal tratta della crisi d'identità del protagonista Vitangelo Moscarda , che la moglie chiama Gengé. E' proprio da un commento della moglie che si scatena la crisi d'identità di Moscarda. Gli fa notare alcuni difetti fisici dei quali lui non aveva mai sospettato l'esistenza e quindi comincia a chiedersi come lo vedano gli altri Scritto e pubblicato inizialmente a puntate ne La fiera letteraria diventerà poi un libro se pur breve nel 1925 e pubblicato con un sottotitolo che richiama un'opera di Laurence Sterne suo modello di forma letteraria e d'umorismo: Considerazioni di Vitangelo Moscarda, generali sulla vita degli uomini e particolari sulla propria.Il sorriso che ci scatena Moscarda è un sorriso amaro . Anche noi credo a volte restiamo sorpresi per come ci vedono gli altri al di là dei difetti fisici che noi cerchiamo di minimizzare ma non siamo certo arrivati alle considerazioni di crisi d'identità di questo personaggio che da uno si sente diventare nessuno e alla fine centomila modi diferenti a seconda di come gli altri lo percepiscono per impazzire definitivamente e cambiare tutta la sua noiosa esistenza. Un libro che fa riflettere come Il fu Mattia Pascal e che, secondo me, suscita un disagio esistenziale come nel protagonista. Doverosa un'attenta lettura e forse con ulteriori letture si riesce a penetrare nel mondo onirico del protagonista Moscarda, uomo normale che per un breve commento affronta il giudizio degli altri rinascendo diverso e pazzo. Consiglio.