Al Dio sconosciuto)
Letteratura italiana

Al Dio sconosciuto, recensito da sofia

Incipit:"Il raccolto era stato posto al sicuro, la legna fatta a pezzi a terra, quando un tardo pomeriggio, nella fattoria dei Wayne vicino a Pittsford, Joseph Wayne andò presso alla poltrona bergére di fronte al camino e si mise davanti a suo padre. I due uomini si rassomigliavano. Entrambi avevano un grande naso e alti zigomi massicci, i loro volti sembravano composti di qualche sostanza più dura a resistere della carne, una sostanza silicea che non potesse mutare facilmente. La barba di Joseph era nera e serica, ancora abbastanza rada per svelare il contorno incerto del mento. La barba del vecchio era bianca e lunga. La brancicava qua e là con dita esploratrici e ne rivolgeva le ciocche all'interno come per preservarle." Al dio sconosciuto di John Steinbeck Joseph Wayne è il protagonista fa l'agricoltore nel Vermont con il padre e i fratelli Burton, Thomas e Benji. Decide di trasferirsi in California e prima della partenza il padre lo benedice perchè è il suo figliolo prediletto.Joseph va in California dove la terra è tanta e a disposizione di chi vuole lavorarla e si stabilisce in una vallata ricca d'acqua e di alberi.Ordina il legname per costruirsi una casa e con i carri arriva anche Juanito un ragazzo di origine indios che alla fine resterà con lui per aiutarlo. Arriva una lettera di un suo fratello che lo avvisa della morte del padre e Joseph manda a dire ai fratelli di trasferirsi tutti in California. In Joseph c'è un'anima profetica la terra è il suo Dio che appaga la sua spiritualità e l'antica quercia che sovrasta la sua casa diventerà il luogo dove vive lo spirito di suo padre al quale si rivolge sia per consiglio che per offrire i frutti della terra. Joseph diventerà una figura sacerdotale che si eleva su tutti, ma non certo condivisibile. Un libro molto diverso dagli altri che ho letto di Steinbeck più misterioso, quasi sovrannaturale, ma certo scritto con uno stile che attira. Al Dio sconosciuto è stato scritto nel 1933 e tradotto per l'Italia da Eugenio Montale e poi pubblicato nel 1946. Una lettura che non si dimentica facilmente e che consiglio a tutti.

Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.

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