"L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte." Quello che mi è sempre piaciuto della Rowling è la sua abilità di risucchiarci in un’altra realtà. Lo capirete subito fin dalle prime righe. Anche stavolta, in Harry Potter e i doni della morte verrete trasportati nel mondo potteriano in poche righe e sarà molto difficile staccarsi dal libro. Inutile dirlo ma lo farò: questa è una saga unica, non solo per il successo planetario riscosso ma anche per come è costruita. Non vi svelerò tutto, ovviamente. Anzi, quasi nulla e partirò dall’incipit. Favoloso, questa volta più che mai. La prima scena. Due uomini appaiono dal nulla in un viottolo illuminato dalla luna. Per un istante rimangono immobili, le bacchette puntate l’uno contro il petto dell’altro; dopo essersi riconosciuti, si avviano rapidi nella stessa direzione: una bella dimora gentilizia. Sono Severus Piton e Yaxley. C’è una riunione importante nella grande villa e la questione all’ordine del giorno è: «Mio Signore, l’Ordine della Fenice intende trasferire Potter dal suo attuale rifugio sabato prossimo al calare della notte». Voldemort e i suoi si sono riuniti per organizzare la cattura del piccolo maghetto. Gli occhi rossi di Voldemort fissano quelli neri di Piton. Gli astanti guardano altrove per timore di essere ustionati dalla ferocia dello sguardo di “Tu-sai-chi”. Un incipit davvero cupo e pieno di paura per questo episodio che conclude la saga in modo brillante. Ma anche Harry e i suoi si stanno organizzando. Harry dovrà moltiplicarsi in sette sosia per uscire da Privet Drive. E ciò sarà possibile grazie alla pozione Polisucco. In questo libro Harry è impegnato in varie imprese, tra cui quella di trovare e distruggere gli horcrux. Dopo la lettura del testamento di Silente, il nuovo ministro della magia Scrimgeour dà a Harry, Ron e Hermione degli oggetti che appartenevano a Silente. Grazie a essi capiranno cosa sono i doni della Morte. Vedremo i nostri amici infiltrarsi all’interno del Ministero dove si sta svolgendo il censimento dei Nati Babbani. Scopriremo molte cose sulla figura di Silente leggendo insieme a Harry una sua biografia postuma. Ritorneremo a Hogwarts dove tra le sue spaziose sale e i suoi innumerevoli corridoi si svolgerà una battaglia a colpi di bacchette, Schiantesimi e Maledizioni. Mi piace pensare alla saga potteriana come a un cerchio che si chiude, con un finale potenzialmente aperto che sì conclude la serie, ma appunto la apre a possibili nuovi inizi perché come vedrete alla fine ci ritroveremo di nuovo alla stazione di King’s Cross, al mitico binario nove e tre quarti. Il testo è ricco di dialoghi ben gestiti dove emerge chiaramente la psicologia dei personaggi, le loro manie di sempre. La studiosa e diligente Hermione e il timido e sempre impacciato Ron accompagnano Harry nella ricerca degli horcrux. Ogni personaggio – buono o cattivo – è tratteggiato nei minimi dettagli. Le loro descrizioni sono bellissime così come gli ambienti in cui si muovono, finemente disegnati dalla penna della Rowling, che anche in questo volume sfoggia uno stile ben curato. La lettura è scorrevole, e questa edizione riveduta da Bartezzaghi è piacevolissima. Non consigliarlo è impossibile. Se non avete letto i precedenti, fatelo. Non vi annoierete mai con Harry. Se avete visto il film di Harry Potter e i doni della morte ma non avete ancora letto il libro, beh è ora di farlo. Non ve ne pentirete. Confesso che non ho visto tutti i film della saga ma ho molto amato Potter fin dal primo momento e la lettura per me è stata più entusiasmante della visione dei suoi film perché la Rowling sa dosare alla perfezione tensioni e distensioni, facendovi provare molte emozioni. Se avete voglia di dimenticarvi un po’ del mondo reale e di entrare in uno fantastico, sappiate che la Rowling ha creato un universo magnifico che troverete in tutte le librerie e che vi farà passare momenti indimenticabili.